lunedì 12 dicembre 2016

"Conservare" e "consegnare" la memoria. Locali in ripristino per la SS. Annunziata di Firenze

P. Paolo M. Orlandini priore provinciale
e p. Gabriele M. Alessandrini priore conventuale
nei nuovi locali rinnovati
Il testo rinnovato delle Costituzioni dell'Ordine dei Servi di Maria prevede la presenza di un Archivista per il Fondo Storico tra gli Ufficiali Generali al art. 269/a, indicando in nota un rimando allo Statuto della sezione storica dell'Archivio Generale. Per quanto riguarda le province, il riferimento ad un responsabile per la custodia del patrimonio storico archivistico si può evincere dall'art. 220, nel quale si legge che la Provincia debba avere un numero di Ufficiali "corrispondenti" alle necessità di una efficiente amministrazione, delegando al Direttorio provinciale la determinazione del numero e delle competenze. Pur non essendo citata direttamente la figura di "archivista" per competenze a livello conventuale e provinciale emerge da una rilettura degli articoli 21 e 29 del nuovo Direttorio Generale dell'Ordine dei Servi. Nell'articolo 21 si fa riferimento espresso alla conservazione della documentazione della vita comunitaria presso un "archivio" sotto la responsabilità del priore che ne garantisce la conservazione e l'agibilità per gli studiosi. Nell'articolo 29 si fa riferimento alla documentazione provinciale e alla sua custodia nell'"archivio" della Provincia con un aggiunta particolare riguardo al "Fondo Storico". Tale "Fondo Storico" viene messo sotto la responsabilità di un frate, indicato come "competente", che ne garantisce la conservazione e l'agibilità per gli studiosi. 
Un momento della Benedizione dei nuovi locali
il 2 dicembre 2016.
Nell'articolo 21 ci si potrebbe domandare se non sia necessario indicare una specifica per i conventi cosiddetti "storici" nei quali la conservazione della memoria richiede la presenza di uno specifico ufficiale conventuale. Dall'articolo 29 si trae invece il bisogno di un indicazione più precisa riguardo al cosiddetto "Fondo Storico". Restano tuttavia di fondo due verbi alla base del lavoro dell'Ufficiale preposto all'Archivio: "conservazione" e "agibilità".
Una riflessione su questi due compiti farebbe lievitare a dismisura il contenuto di questo post. Perciò mi soffermo brevemente nell'indicare come per "conservazione" non s'intenda "accumulo" o "stoccaggio", semmai riconoscimento del valore di conservazione per ogni singolo pezzo archivistico. Per "Agibilità" invece vale il costante richiamo a non far diventare gli Archivi propri studi personali ma semmai luoghi di confronto e di scambio di conoscenza ed esperienza.
Il priore provinciale benedice la nuova attività...
Ma immagino già il consiglio: arriva al dunque. 
La premessa serviva per richiamare il compito degli Ufficiali preposti agli Archivi dell'Ordine dei Servi di Maria e per introdurre il risultato, o meglio un primo risultato, di un ampio progetto di recupero e ristrutturazione dell'Archivio conventuale della Santissima Annunziata di Firenze.
Convento originario dell’Ordine dei Servi di Maria, insieme a quello di Monte Senario, la SS. Annunziata di Firenze, in origine Santa Maria di Cafaggio, ha costituito per lungo tempo il più prezioso scrigno di documentazione per l’Ordine stesso, prima attraverso la Biblioteca e la Sagrestia e in seguito attraverso la formazione dell’Archivio Conventuale.
L’archivio conventuale si va formando gradualmente, probabilmente distaccandosi dalla Biblioteca tra il XV e il XVI secolo. Per certo, risulta a tutti gli effetti formato alla fine del secolo XVI quando Arcangelo Giani, annalista dell’Ordine, cita espressamente un «archivio della Nunziata di Firenze» nel suo Vera e certa Origine del Sacro Ordine dei Servi di santa Maria (Firenze, 1591).
Il Priore Generale OSM, p. Gottfried M. Wolff con
fra Emanuele M. Cattarossi responsabile dell'Archivio
della SS. Annunziata 
La funzione dell’archivio fiorentino resta sostanzialmente invariata almeno fino al secolo XVII, quando cede gradualmente la sua specifica di archivio generale in favore del costituito archivio del convento di San Marcello a Roma, sede della curia generalizia dell’Ordine dei Servi. Un interessante esperienza di conservazione si avrà con Raimondo Adami (1711-1792), già priore generale dal 1768 al 1774, e sull’opera collezionistica da lui intrapresa nell’ultimo periodo della sua vita. Va approfondito ancor oggi la portata dell’attività dell’Adami, peraltro svolta con la collaborazione di padre Costantino Battini, al quale passò in seguito la direzione del “Museo Adamiamo”. Tale collezione era raccolta in una zona del primo piano del secondo chiostro lungo il lato lungo della Biblioeca, oggi Istituto Geografico Militare. Resta ancora aperta la valutazione della consistenza della collezione. Già pochi anni dopo la morte dell’Adami, il Battini si trovò costretto a vendere una parte dei pezzi raccolti. Fu invece l’11 ottobre 1810 che si chiuse l’esperienza della “Galleria dei dipinti antichi”, quando gli incaricati del governo napoleonico redassero un elenco di novantacinque opere da trasferire al deposito istituito presso il convento di San Marco. Da qui la collezione venne smembrata e i dipinti di maggior pregio finirono alla Galleria dell’Accademia.
Fra Emanuele M. Cattarossi illustra
al Consiglio generalizio le fasi di recupero dei locali
In seguito alle soppressioni napoleoniche, più di un migliaio di pezzi saranno prelevati dall’Archivio e requisiti. Questi pezzi, verranno poi incamerati presso l’Archivio di Stato nell’ambito del complesso Corporazioni religiose soppresse dal governo francese costituendone il fondo 119. Nel 1932, a seguito del trasferimento della sezione storica dell’Archivio generale dal Convento di San Marcello al nuovo Collegio Sant’Alessio Falconieri, l’archivio fiorentino passa una serie di pezzi archivistici tra i più antichi e importanti per la ricerca nell’Ordine dei Servi.
Rimangono dunque presso l’archivio fiorentino una serie di pezzi dedicati più all’aspetto conventuale. Tra questi ne spiccano alcuni quali: i codici Mare Magnum (1488) e gli Acta beati Philippi (1608-1613), la ricca serie di codici corali (1287-1474), il prezioso Campione Nero (1442-1454) e i libri di doni e offerte alla SS. Annunziata (1447-1678). Bisogna inoltre aggiungere un discreto fondo librario antico e la fototeca, iniziata negli anni sessanta da una collaborazione con l’Istituto Storico dell’Ordine dei Servi di Maria.
I locali della Fototeca rinnovati...
A partire dal 1971, ad opera del p. Eugenio M. Casalini, a lungo archivista del convento, iniziano una serie di pubblicazioni sotto il nome di Biblioteca Toscana dell’Ordine dei Servi, per dieci volumi editi finora. Nel 1983, l’esperienza editoriale verrà ampliata con una serie minore denominata “Colligite”, che conta sedici volumi editi.
L'esperienza dell'Archivio della SS. Annunziata ha aperto una nuova fase di riordino e ricomposizione dei suoi locali. L'opera di "conservazione" ha visto per tutto il 2016 un intenso lavoro di sgombero e risistemazione di un stanza del locale, lasciata da tempo ad un mero uso di deposito, con la collaborazione e il supporto delle associazioni Amici della Santissima Annunziata ONLUS (per informazioni vedi qui) e Ambasciatori Mariani ONLUS (per informazioni vedi qui). Attraverso un lento e ragionato sgombero progressivo dell'interno volto a discernere la preziosità o meno degli oggetti presenti è emersa  la possibilità di "riprogrammare" il locale ad un uso conservativo delle migliori memorie inerenti il convento della SS. Annunziata. Dopo necessari lavori di dipintura delle pareti, messa in sicurezza dell'impianto elettrico e posizionamento di una nuova illuminazione si è proceduto all'allestimento della sala. In particolare in essa trovano collocazione la serie di codici corali del Convento, una ventina di lampade argentee già presso la Cappella della SS. Annunziata, alcuni ex-voto particolari, una serie di tele già in deposito presso l'Archivio, oltre ad altri oggetti di pregevole memoria per l'Ordine dei Servi di Maria. Contemporaneamente veniva rinnovata anche la sala della Fototeca Conventuale, attraverso una necessaria dipintura e messa in sicurezza dell'impianto elettrico, con un allestimento più arioso e funzionale alle esigenze di conservazione e ricerca. Per marcare opportunamente questa fase di lavoro, i locali rinnovati sono stati inaugurati e benedetti il 2 dicembre 2016 dal Priore Provinciale della Provincia Santissima Annunziata, p. Paolo M. Orlandini. Il giorno 6 dicembre, i locali sono stati presentati al Priore Generale dell'Ordine dei Servi di Maria, p. Gottfried M. Wolff e al Consiglio Generalizio, presenti in Firenze per la programmazione annuale delle loro attività. In entrambe le occasioni sono state espresse congratulazioni per il lavoro svolto e incoraggiamenti a proseguire con rinnovato slancio nell'opera intrapresa. Sollecitazioni ben accolte sperando presto di presentare nuovi risultati...

 
fra Emanuele M. Cattarossi
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giovedì 24 novembre 2016

Primo sguardo - Calendarium Liturgicum OSM 2016-2017

Ordo Celebrandi Officium Divinum et Missam Secundum Calendarium Romanum Generale et Proprium Ordinis Fratrum Servorum Beatae Mariae Virginis pro anno liturgico 2016-2017 fratris Gottfried M. Wolff prioris generalis iussu editus, Roma, Curia Generale O.S.M. 2013. 264 pp. 16,5 cm.

Nell’imminenza dell’inizio del nuovo anno liturgico, abbiamo l’occasione per dare “un’occhiata” al nuovo Calendarium Liturgicum proprio dell’Ordine dei Servi di Maria, curato dalla C.L.I.O.S. (Commissio Liturgica Internationalis Ordinis Servorum)
Come già indicato in altri post dedicati a questo sussidio, il Calendiarim Liturgicum è un piccolo volume di agile consultazione svolge una funzione di “bussola” liturgica, per quanti desiderano celebrare con attenzione durante il corso dell’anno, implementando all’interno del Calendario Romano il proprio dei Servi di Maria, oltre ad ulteriori utili indicazioni regionali. Anno per anno vengono poi sottolineate alcune ricorrenze particolari riferite alla Famiglia dei Servi di Maria. Per l’anno liturgico 2016-2017 abbiamo le seguenti:
-  Al 22 marzo viene il 150° anniversario della morte di Fra Pietro Del Soldato;
- Il 5 giugno, si menziona il 750° anniversario dell’elezione di San Filippo Benizi a priore generale dell’Ordine (1267);
- Al 10 giugno, si ricorda il VII centenario della Traslazione delle Spoglie di San Filippo Benizi a Todi (1317), episodio ricordato nella Legenda de Origine;
- Il 17 giugno, ricorre il primo anniversario dell’aggregazione all’Ordine della Congregazione delle Suore Serve di Maria del Brasile;
- Al 24 giugno viene segnalato il 50° della Fondazione dell’Eremo San Pietro a Le Stinche presso Panzano in Chianti (Firenze) ad opera di fra Giovanni M. Vannucci (+1984) e fra Lorenzo M. Bonomi;
- Il 2 luglio si menziona il 50° anniversario della fondazione del Monastero delle Monache Serve di Maria Oblate Sacerdotali di Verona;
- Il 17 luglio, si ricorda il 50° anniversario della morte di fra Agostino M. Botta, figura di grande missionario in Swaziland;
- Il 27 agosto si ricorda il V centenario della morte di fra Taddeo Adimari;
- Al 1° settembre si ricorda il 650° della morte della Beata Giovanna da Firenze. Qui dobbiamo segnalare un errore perché il riquadro dice “750°” mentre dal computo degli anni sono 650;
-  Infine il 20 novembre, si ricorda il III centenario della beatificazione di Sant’Alessio Falconieri ad opera di papa Clemente XI nel 1717.
Occorre ancora segnalare come, rispetto all’edizioni precedenti questo Calendarium Liturgicum veda ampliarsi l’utilizzo grafico dei pannelli realizzati dal Beato Angelico (1395-1455) per la cataratta dell’Armadio degli Argenti (1451-1453) della Santissima Annunziata di Firenze. Tale utilizzo va sicuramente lodato in quanto tali pannelli ben raffigurano momenti particolari dell’Anno Liturgico. Inoltre pur conservati attualmente presso il Museo di San Marco a Firenze, tali pannelli vanno ricordati nel patrimonio artistico proprio dell’Ordine dei Servi. Segnaliamo solo un probabile piccolo errore di posizionamento dell’immagine a pag. 136 dove si riporta il pannello della Pentecoste: l’immagine appare fuori centro e mancante di una porzione sulla destra.
Osservazioni a parte, è doveroso ringraziare la C.L.I.O.S. per il suo lavoro e per fornire anno per anno un ottimo strumento nel Calendarium Liturgicum. Spetta ora ad ogni membro dell’Ordine dei Servi di Maria come a tutta la Famiglia Servitana scoprire tale strumento e a farne buon uso.

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com

giovedì 27 ottobre 2016

Nuovi locali e nuove "prospettive" per il Marianum

Claustrum sine armario est quasi castrum sine armamentario: questo detto del XII secolo, spesso tradotto come "un convento senza biblioteca è come un castello senza armeria", si potrebbe in una qualche maniera riapplicare alla serie di "passi" che stanno vedendo la progressiva messa in funzione dei nuovi locali della Biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica Marianum. 
Uno di questi "passi" si è svolto nel pomeriggio del 26 ottobre in occasione dell'Apertura dell'Anno Accademico. Tale momento si è svolto nei nuovo auditorium della Facoltà, gremito oltre la capienza dei posti da personale docente, studenti, amici e altri frati intervenuti per l'occasione.
L'evento, moderato da p. Silvano M. Maggiani, si è aperto con la preghiera d'invocazione dello Spirito Santo, la professione di fede e la benedizione del nuovo Auditorium da parte del Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano. 
Dopo un messaggio di saluto a nome del priore Generale dell'Ordine dei Servi e Gran Cancelliere della Facoltà, p. Gottfried M. Wolff, da parte di p. Rhett M. Sarabia, Vicario Generale dell'Ordine, il Card. Parolin ha indirizzato ai presenti un messaggio di saluto, elogiando una scelta coraggiosa in tempi difficili e di generale crisi economica. Scelta tanto più importante perchè compiuta in controtendenza ad  una cultura dell'utilitarismo che misura secondo il metro dell'utilità immediata e di conseguenza giudica "inutili" le materie umanistiche se non quando asservite ad un fine di lucro.
Prendeva quindi la parola il Preside della Pontificia Facoltà Teologica Marianum indirizzando previamente sentiti e calorosi ringraziamenti a quanti negli anni si sono spesi per la buona riuscita dei lavori di edificazioni dei nuovi locali della Biblioteca: Priore e Consiglio generale, Economato generale, l'Architetto Gaetano Cecchini. Il seguito dell'intervento ha ripercorso alcuni avvenimenti particolari per la vita della Facoltà oltre ad un breve ragguaglio numerico circa il numero degli iscritti ai vari corsi e i titoli di studio conferiti nel corso dell'ultimo anno.
Seguiva a questo punto una succinta spiegazione dell'Architetto Cecchini circa la progettazione e la messa in opera dei vari locali. I lavori hanno avuto una lunga fase preparatoria per ottenere una serie di autorizzazione alla costruzioni, 28 in totale. In ragione della ristrettezza dei margini di lavoro, i locali sono stati costruiti con una sistema "Top-down" ossia un sistema di costruzione che edificando dapprima i locali più alti scendeva progressivamente nella realizzazione di quelli più bassi. Poste quindi le fondamenta dell'edificio la costruzione ritornava con un sviluppo dal basso verso l'altro. Il risultato sono due piani su quasi mille metri quadri, con uno sviluppo di ripiani per la biblioteca di quasi 12-13 km.
Dopo una pausa per i presenti, il programma riprendeva con la prolusione di Mons. Boghos Levon Zekiyan, arcivescovo armeno-cattolico di Instambul, dal titolo La Misericordia divina in S. Gregorio di Nareck Dottore della Chiesa, e sua Attualità. Seguiva al termine un momento musicale con brani scelti dalle opere di Aram Il'ic Khachaturian (1903-1978), un adagio dal Concerto per violino e un adagio dal Balletto Spartacus. Eseguivano i brani i maestri Alberto Mina al violino e Paolo Vivaldi al pianoforte. La maniera ottimale di chiudere un momento intenso e carico di prospettive, in attesa di vedere la nuova Biblioteca entrare in funzione a pieno regime.

fra Emanuele M. Cattarossi
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lunedì 29 agosto 2016

Appunti - Grazie e miracoli “Scelti” alla SS. Annunziata…

Frontespizio di Scelta d'alcuni miracoli...
La rapida evoluzione delle tecniche di digitalizzazione dei testi connessa allo smisurato sviluppo di internet hanno portato ad un incredibile proliferazione di archivi “digitali” di opere librarie. In tali archivi possono essere rinvenuti testi prima solo accessibili tramite biblioteche mentre ora, grazie ad uno sviluppo dei sistemi di ricerca in rete, è sufficiente digitare il titolo richiesto e tra i numerosi risultati ottenuti aver la pazienza di ritrovare il testo desiderato. Chiaramente tale fruibilità velocizza e non poco le ricerche in corso ma al tempo stesso offre la possibilità di indicare testi importanti per alcune realtà, quali ad esempio la Santissima Annunziata di Firenze.
In questo contesto particolare, diventa interessante poter “sfogliare” in maniera digitale Scelta d'alcuni miracoli e grazie della Santissima Nunziata di Firenze redatto da Giovanni Angelo Lottini nel 1619 (vedi qui[1]. Le duecentonovantasei pagine, stampate presso Pietro Cecconcelli, rappresentano una fonte di grande importanza riguardo il culto e la devozione alla SS. Annunziata. Indirizzandolo alla Granduchessa di Toscana, Cristina di Lorena, il Lottini presenta “questo picciolo raccolto di Miracoli” che poi tanto piccolo non sarà in quanto ben settantanove sono le Grazie descritte  con stile attento e ricercato. Partendo dalla descrizione della miracolosa pittura del Volto della Vergine, i miracoli della Santissima Annunziata raccontano una serie di vicende, di storie e di episodi culminanti sempre in un momento di estremo pericolo per i protagonisti che veniva superato nel ricorso alla Beata Vergine. “Nunziata aiutami”, “O Gloriosa Nunziata” sono alcune delle invocazioni alla Vergine che ricorrono nel testo. Ma vi si rinvengono testimonianze di fede nell’intervento della Beata Vergine quali “La Nunziata di Firenze è stato il Medico mio; e la grazia sua è stata la possente e rara medicina” (p. 81). Occorre poi notare come ben quaranta di queste storie vengono impreziosite dalle illustrazioni di Jacquest Callot (1592-1635). Almeno undici di queste illustrazioni si rifanno al tesoro di Memorie di ex-voto custodito nel convento e realizzate da artisti quali Antonio Tempesta (1555-1630), Fabrizio Boschi (1570-1642), Matteo Rosselli (1578-1650), fra Arsenio Mascagni (1579-1637), Antonio Circignani o Pomarance (1580-1640) oltre lo stesso Callot [2].
Sempre sullo stesso argomento e scritto in diretta continuazione con il testo del Lottini è Giunta di numero venti miracoli operati da Dio a prò de' fedeli, mediante l'intercessione della santissima Vergine Annunziata di Firenze da aggiugnersi alli ottanta sopra descritti dal p. m. Angiolo Lottini per compimento della centuria prima fatta, e compita da fr. Placido Maria Bonfrizieri servo di Maria. Stampata in Firenze nel 1727 da Domenico Ambrogio Verdi, questa Giunta porta a compimento una Centuria, ossia un centinaio di Miracoli documentati verso la Santissima Annunziata (vedi qui). Rispetto al Lottini però, il Bonfrizieri esplicita maggiormente le sue fonti. Per la maggior parte i miracoli sono descritti sulla base di quanto il Bonfrizieri individua dagli Annales dell’Ordine dei Servi di Maria, opera peraltro ben conosciuta da lui avendone curato con il Garbi la riedizione del testo seicentesco tra il 1719-1725, occupandosi in prima persona del tomo terzo. Altri miracoli vengono descritti attingendo a monumentis manoscritti dell’Archivio della Santissima Annunziata. Memorie pertanto da conoscere e riscoprire, per seguire il filo ininterrotto di una devozione alla Madre di Dio del popolo fiorentino.

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com



[1] Lunga scheda descrittiva in Bibliografia dell’Ordine dei Servi III, Edizioni del secolo XVII (1601-1700) a cura di P. M. Branchesi [Bibliotheca Servorum Romandiolae 6], Bologna, Centro Studi OSM (1973), pp. 147-149. Le edizioni posteriori sono brevemente riportate a pp. 150-151.
[2] In merito si veda E. Casalini, Le tele di «memoria ex-voto» in idem, La SS. Annunziata di Firenze, Studi e documenti sulla chiesa e il convento (Biblioteca della Provincia Toscana dell’Ordine dei Servi di Maria, 1), Firenze, SS. Annunziata (1971), pp. 49-66 [testo]; 67-70 [elenco delle tele]

sabato 4 giugno 2016

Comunicato 3. La SS. Annunziata. "Dedicata" da Firenze ad ogni uomo... (3-4 giugno 2016)


Una sfida nel tempo (Terza sessione)
Sabato 4 giugno, la terza sessione del convegno si è aperta con la lettura di un messaggio ai partecipanti di p. Rhett M. Sarabia, vicario Generale dell’Ordine dei Servi di Maria, delegato di p. Gottfried M. Wolff, priore Generale.
Seguiva quindi l’intervento di Isabella Gagliardi (Università di Firenze) su Il Santuario e la sua Città. Fondata nel 1250, la Chiesa della SS. Annunziata ha vissuto un importante cammino nell’ambito cittadino che l’ha portato nel tempo a divenirne il Santuario cittadino. Chiesa e convento, profondamente uniti alle vicende della città, testimoniano una pagina importante nella storia di Firenze che la prof. Gagliardi ha saputo illustrare con grande maestria.
Interveniva a seguire p. Sergio M. Ziliani (Servi di Maria) con La SS. Annunziata. Importanza, significati e “prospettive” del Santuario nell’oggi fiorentino. Altro intervento di spessore, programmatico nelle sue linee essenziale, frutto di un lungo cammino d’esperienza nell’Ordine Servi il p. Sergio conduceva i presenti nel valutare come la SS. Annunziata possa costituire nell’oggi fiorentino un punto forte e privilegiato per la crescita cristiana della città. L’intervento desidera mostrare prospetticamente alcune linee guida per il Santuario (devozione all’immagine, qualifica pastorale, attenzione al sacramento della riconciliazione, centro di cultura e arte ect…)
Dopo una breve pausa, il cav. Emanuele Albano, membro dell’Ordine Secolare dei Servi di Maria, presentava brevemente l’Associazione Ambasciatori Mariani ONLUS di cui è presidente, sorta in seno alla SS. Annunziata per valorizzare sempre più la formazione mariana nel mondo.
Veniva quindi il momento dell’Architetto Simonetta Bracciali con Spazi da riqualificare. Il recupero architettonico e urbanistico del sito della SS. Annunziata. Intervento importante in quanto realtà in costante sinergia con lo spazio cittadino il sito della SS. Annunziata, vive l’ultima grande campagna di riqualificazione urbanistica in ordine di tempo. Spazio relazionale da recuperare come Santuario e come una delle Piazze più importanti di Firenze, la SS. Annunziata mostra la necessità di una riscoperta strutturale dei propri ambiti e al tempo stesso incroci sociali importanti per il tessuto cittadino fiorentino. Intervento difficile in particolare per illustrare lo stato di grande degrado architettonico e strutturale dell’intero sito (chiesa, convento, piazza, via limitrofe) e per sottolineare la necessità di un intervento programmatico e non spezzettato di riqualificazione.
Un breve saluto di p. Paolo M. Orlandini, da poco nuovo priore Provinciale della Provincia della SS. Annunziata dell’Ordine dei Servi di Maria, ai presenti indicava nuovamente ai presenti l’importanza della SS. Annunziata per l’Ordine dei Servi e per la città di Firenze. Seguiva a questo punto p. Franco M. Azzalli, presidente dell’Istituto Storici dell’Ordine dei Servi, tratteggiando le conclusioni del Convegno. Conclusioni “aperte” ma che riassumevano i vari interventi sotto un’ottica di recupero e rilancio costante della sinergia tra le realtà coinvolte in questo convegno: la Chiesa fiorentina, la grande cultura internazionale e l’Ordine dei servi di Maria. In ultimo, dopo un caloroso ringraziamento a tutti i presenti, fra Emanuele M. Cattarossi moderatore della sessione chiudeva il convegno con l’augurio che si possa sempre sentire "La SS. Annunziata come casa per ogni fiorentino oltre che per i Servi di Maria".

E un momento dopo abbiamo imparato così sia la nostalgia. Ma saremo ben lieti di scrivere in futuro un'altra pagina importante per questo santuario. Grazie a tutti voi per averci seguito…                        (4 giugno 2016)

venerdì 3 giugno 2016

Comunicato 2. La SS. Annunziata. "Dedicata" da Firenze ad ogni uomo... (3-4 giugno 2016)


… QUELLO CHE PROPRIO NON TI ASPETTI …
Diversi sono i commenti che hanno accompagnato questa giornata inaugurale del Convegno “La SS. Annunziata. ‘Dedicata’ da Firenze ad ogni uomo...” (3-4 giugno 2016). Commenti tutti positivi, con un uso marcato del superlativo: “bellissimo”, “magnifico” addirittura “pazzesco”. Commenti che riempiono di soddisfazione per la buona riuscita del Convegno. Ma per dare un idea di questa giornata forse il pensiero migliore è “quello che proprio non ti aspetti”… Ossia che un Convento del centro di Firenze ti apra le sue porte e nell’aprirle si dischiuda ai visitatori un caleidoscopio di bellezze lungo i secoli.

TRA “LUOGHI” E “PERSONE”, DINAMICHE SPAZIALI E RELAZIONALI
(INAUGURAZIONE E PRIMA SESSIONE)
Il Convegno si è aperto con un omaggio alla Santa Madre di Dio con il canto dell’Ave Maria. Subito dopo il priore della Comunità dei Servi di Maria, p. Gabriele M. Alessandrini ha salutato i convegnisti e gli intervenuti al convegno, introducendo l’intervento del Card. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze.

È toccato quindi a Cristina Acidini (Presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno) il primo intervento della sessione con Leone X e la SS.ma Annunziata nella visita fiorentina del 1515. La dott. Acidini ha guidato magistralmente i presenti nel riscoprire la visita del Papa sottolineando gli aspetti nei quali si nota l’attenzione del pontefice per la Santissima Annunziata. Interessantissima l’ipotesi del “Quartiere mediceo” di cui il “Loggiato dei Serviti” la cui prima pietra è posta il 23 luglio 1516, festa di san Filippo Benizi, di cui Leone X approva il culto  rimane muto testimone.
Seguiva quindi l’intervento del prof. Giovanni Cipriani (Università di Firenze) su I Medici e la SS. Annunziata nel corso del Cinquecento che ampliava in qualche modo la relazione iniziale, in quanto già dal 1448, ossia dal voto di Piero dei Medici per avere un figlio che sarà Lorenzo detto “il Magnifico”, e lungo tutto il Cinquecento rimase strettissimo il legame del santuario con la famiglia Medici, attestando una costante attenzione della famiglia nobile con l’Annunziata.
Dopo una breve pausa per poter meglio ammirare l’esposizione delle tele di Memorie di Ex-voto, la sessione riprendeva con l’intervento di Lamberto M. Crociani (Servi di Maria) – Dal tempio alla Gerusalemme eterna. Sviluppo architettonico-teologico del Santuario fiorentino dal sec. XIII all'attuale struttura. Intervento particolare che attraverso una veloce ma dotta panoramica sullo sviluppo architettonico e teologico dell’edificio, considerato particolarmente come santuario importante per la vita civile della Città, sottolineava l’emergere di parallelo “ideologico” con il tempio della Gerusalemme terrena e la Gerusalemme celeste.
Chiudeva la sessione Nicola Salvioli con Restauri in "Soccorso", alla cappella del Giambologna. Professionisti in azione per il recupero artistico e cultuale di un luogo di valore. Il suo intervento focalizzava l’attenzione sull’importanza di preservare il patrimonio della Santissima Annunziata per assicurare a esso un futuro, nella promozione di una particolarissima iniziativa: l’associazione Amici della Santissima Annunziata ONLUS. Attraverso l’esempio del progetto di recupero della Cappella del Giambologna e una carrellata degli interventi fino ad ora svolti, veniva illustrata un’esperienza di restauro significativa basata sulla collaborazione delle diverse professionalità in azione, volta al recupero della cappella nella sua duplice prospettiva di luogo artistico e cultuale.
  
LA “SPREGIUDICATEZZA DEI SERVI” (SECONDA SESSIONE) …
La “spregiudicatezza dei Servi” forse rappresenta a tratti la caratteristica che mostra aspetti nuovi della SS. Annunziata: in determinati momenti della storia, questa spregiudicatezza apre davvero orizzonti e sguardi nuovi nella devozione e nell’arte del Santuario per acquisire uno sguardo “internazionale”.
Cominciava così la seconda sessione del Convegno presieduta da Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence, che nel suo intervento mostrava la grande attenzione di questa fondazione nella rivalorizzazione di diverse opere della SS. Annunziata, in primo luogo il Chiostrino dei Voti. Toccava pertanto ad Antonio Natali con Il chiostrino dei voti. Officina della maniera moderna inquadrare in modo straordinariamente efficace la nascita della “nuova maniera” nella pittura, che aprì orizzonti impensati al santuario della Santissima Annunziata. Raccogliendo in una “stagione irripetibile” giovanissimi artisti che vivevano l’eredità morale del Savonarola nei lavori all’interno del “Chiostrino dei voti” si mostrava plasticamente l’esito di questo nuovo clima culturale, tanto da far parlare di “Scuola dell’Annunziata”.
Seguiva l’intervento della prof. Dora Liscia Bemporad (Università di Firenze) su Culto e devozione negli ex voto d’argento della Santissima Annunziata che ha sapientemente fatto “parlare” i circa 130 ex voto di argento che sono conservati tuttora alla Santissima Annunziata, piccolissima parte delle migliaia che i fedeli hanno offerto alla Vergine lungo i secoli, facendo entrare in gioco il “vero” protagonista del santuario dell’Annunziata: il popolo fedele.
A Maria Cecilia Fabbri nell’intervento Oltre Firenze. Fortuna e diffusione del culto della Sacra Immagine della Santissima Annunziata attraverso le copie toccava evidenziare attraverso oltre una ventina di esemplificazioni quanto sia stato importante l’apporto delle copie dell’immagine miracolosa per la diffusione del culto alla santissima Annunziata, al di là dei confini della città del giglio.
Chiudeva la sessione Gianluigi Simone con «Niuno ardisca di scoprirla»: gli apparati argentei di copertura rituale dell’immagine acheropita della SS. Annunziata tra XVII e XIX secolo interessante panoramica che, attraverso abbondante documentazione, pone in evidenza il fatto che per rendere più grande la devozione verso l’affresco, i Medici hanno provveduto nei secoli a fornirlo di un apparato di copertura che nascondeva alla vista l’opera

ASTERISCHI PER IL CONVEGNO
Segnaliamo che in occasione del Convegno, presso la Sala delle Sinopie, la ditta Restauro Dipinti Studio 4 srl ha allestito un’interessante mostra dei restauri di alcune tele di Memoria di Ex-voto presenti presso il Convento della SS. Annunziata. Il restauro, patrocinato a suo tempo dalla Soprintendenza Speciale PSAE, costituisce un piacevole momento almeno “Una volta nella vita” per scoprire tesori poco conosciuti della Santissima Annunziata di Firenze

Sui social network sarà facile rinvenire le notizie in merito tramite l’hashtag #annunziatafirenze oppure sul blog albatrosm.blogspot.com                       (3 giugno 2016)

mercoledì 1 giugno 2016

Comunicato 1. La SS. Annunziata. "Dedicata" da Firenze ad ogni uomo... (3-4 giugno 2016)

PRONTI, ATTENTI E VIA…
Ormai a ridosso del Convegno “La SS. Annunziata. ‘Dedicata’ da Firenze ad ogni uomo...” (3-4 giugno 2016), diamo inizio ad una serie di comunicati per meglio seguire le varie fasi dello stesso, anche per quanti non potessero parteciparvi. Sui social network sarà facile rinvenire le notizie in merito tramite l’hashtag #annunziatafirenze oppure sul blog albatrosm.blogspot.com

PREPARAZIONE E PRIMI RINGRAZIAMENTI

In prossimità del Convegno sono state realizzate una serie di iniziative al fine di pubblicizzarlo quanto più possibile. Sulla pagina Facebook “Santissima Annunziata di Firenze” e sul profilo Twitter @Annunziata_FI diversi post sono stati dedicati ad informare circa le fasi di preparazione del Convegno. Un altro interessante canale di comunicazione è stato attivato tramite il sito e l’app Evenbrite.com. Canali più tradizionali sono stati percorsi tramite l’affissione di manifesti preparati dalla tipografia “La Nuova Calducci”. Allo stesso esercizio va il nostro ringraziamento per la preparazione del Depliant informativo e di una particolare linea di segnalibri, progettata apposta per il convegno. Alla Cartoleria Ostolani va invece il nostro grazie per l’elaborazione e la preparazione del banner del Convegno che svetta sopra l’ingresso del Convento. Non possiamo poi esimerci dal ringraziare Maria Piera Forgione e l’Anansecomunication per la preparazione del template per la serie di spillette con il Volto dell’Annunziata e l’hashtag #annunziatafirenze
Un vivissimo ringraziamento va all’associazione Firenzecorre, che nella serata del 1° giugno ha dedicato la sua settimanale Corsa Collettiva per sostare presso la Santissima Annunziata, cogliendo l’occasione di varcare la Porta della Misericordia aperta presso il Santuario. Oltre 200 partecipanti, dopo aver varcato la Porta della Misericordia hanno sostato per un momento in preghiera dinanzi all’Immagine della SS. Annunziata e dopo la Benedizione hanno ripreso la loro corsa.

SORPRESE DELL’ULTIMO MINUTO…
Fossimo un network americano dovremmo utilizzare il termine “Breaking news”, ma più piacevolmente è il caso di dire “Sorprese”. Sorprese peraltro graditissime, che vanno ad aggiungersi ad un gruppo di relatori di tutto rispetto: la sessione inaugurale del Convegno del 3 giugno mattino sarà aperta e presieduta dall’Arcivescovo di Firenze, S. Em.za Card. Giuseppe Betori. Nella stessa sessione la dott. Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno, omaggerà il Convegno con una relazione che illustrerà ai presenti gli incroci tra papa Leone X e la SS.ma Annunziata in merito alla visita fiorentina del pontefice tra 1515 e 1516.

Segnaliamo inoltre che in occasione del Convegno, presso la Sala delle Sinopie, la ditta Restauro Dipinti Studio 4 srl ha allestito un’interessante mostra dei restauri di alcune tele di Memoria di Ex-voto presenti presso il Convento della SS. Annunziata. Il restauro, patrocinato a suo tempo dalla Soprintendenza Speciale PSAE, costituisce un piacevole momento almeno “Una volta nella vita” per scoprire tesori poco conosciuti della Santissima Annunziata di Firenze. (2 giugno 2016)


lunedì 16 maggio 2016

Appunti - I "Boti" della Santissima Annunziata di Firenze…

La presenza ultracentenaria della Santissima Annunziata nel tessuto sociale fiorentino riveste un’importanza particolare non soltanto dal punto di vista del culto, in quanto santuario mariano, ma anche dal punto di vista culturale. Ossia chiesa e convento richiamano un’attenzione particolare sulle vicende che le interessano. Attenzione che poi s’esprime in diverse pubblicazioni a stampa.
I Boti della SS. Annunziata in Firenze. Curiosità storica” di Guido Mazzoni (1859-1943) può indicare facilmente questa tendenza. Questo libretto di 45 pagine, 18,5 cm d’altezza, edito nel 1923 in Firenze presso Le Monnier costituisce un curioso excursus sui voti o meglio i “boti” della Santissima Annunziata.
L’autore, Guido Mazzoni, fu insegnante e letterario, patriota, senatore del Regno d’Italia. Lo scritto nasce da un’occasione particolare, le nozze di Pier Liberale Rambaldi con Lucy Bertolini, celebrate in Firenze il 22 maggio 1923. «Paginette…» scrive il Mazzoni al Rambaldi, una sorta di passeggiata «… in cerca di reliquie storiche e di bellezze artistiche» (p. 9)
Leggendo con attenzione il testo non si potrà non avere la sensazione di una redazione a modo di divertissement. Certo l’autore fin dalle prime pagine chiarisce il suo pensiero sui voti come offerta «… in segno di gratitudine a qualche potenza superiore cui venga attribuita una miracolosa virtù risanatrice…» (p. 17). Nel testo non si rintraccia mai l’aspetto dell’offerta o della gratitudine al Signore o alla Beata Vergine Annunziata.
L’attenzione è invece puntata sul voto come “forma di raffigurazione” e più specificamente all’immagine di cera che il Mazzoni sottolinea dirsi “boto” nella Firenze del tempo. Ne deriva allora un particolare affresco di memorie sulle offerte di cera presso la Santissima Annunziata indicata dal Mazzoni come centro principale delle offerte in cera della città. Tale attenzione si realizza secondo il Mazzoni nei secoli XV-XVI, anche se una ricerca più attenta sui registri amministrativi della Santissima Annunziata anticipa già al secolo XIV una non indifferente quantità di voti offerti alla Madonna.
Tuttavia emergono dalla narrazione episodi curiosi, come la distruzione dei voti di cera di Leone X, del duca Giuliano e di Lorenzo il Magnifico durante l’assedio di Firenze del 1530; oppure la descrizione del soffitto e delle pareti della chiesa riempite di voti di cera e di cartone al punto di scorgerne appena i muri; o ancora lo spettacolo di via dei Servi piena di botteghe di vendita di Voti, la cui vista costringeva un artista affermato come il Cigoli (1559-1613) a cambiare strada per recarsi alla Santissima Annunziata. Il Mazzoni indica come concluso questo periodo con il rifacimento della chiesa nel periodo 1664-1669, in particolare del soffitto in oro, suggerendo un decadimento della pratica e della rovina dei voti stessi al punto da non rintracciarne più memorie se non nei ricordi documentari. Affermazione parzialmente smentita dal recupero dei miracoli più significativi attraverso l’importante ciclo di tele di memoria ex-voto, realizzate tra i secoli XVII e XVIII, ancor oggi conservati nel Convento.
Il libretto del Mazzoni costituisce un punto importante di raccolta di informazioni e di aneddoti documentari sui “boti” della SS. Annunziata, peraltro rintracciabili attraverso il curato apparato di note finali. Una lettura e una prospettiva particolare su un argomento che però non può disgiungersi dalla prospettiva della preghiera e del ringraziamento a Dio.

fra Emanuele M. Cattarossi

albatrosm2013@gmail.com

lunedì 18 aprile 2016

Asterischi - “San Filippo in Gloria”. Molteplici indicazioni da un bel restauro

Il San Filippo in Gloria restaurato
Partiamo da una constatazione, semplice certo ma che contiene elementi interessanti, ossia che di restauri se ne vedono moltissimi. Edifici, strutture, utensili e altri oggetti sono sottoposti invariabilmente ad un degrado fisico e di conseguenza, laddove se ne riconosca il valore, il ripristino o il restauro appaiono come la giusta pratica da osservare. Opera di preservazione dunque, eppure capita che quest’opera porti o riporti all’attenzione non soltanto la fisicità dell’oggetto, definito da schedature e misurazioni, ma anche la storia dell’oggetto e il suo percorso di realizzazione. Talvolta emerge qualcosa in più, particolari non visibili o dimenticati.
Da un punto di vista operativo, potremmo dire che il restauro di un’opera termina con l’azione dei restauratori e la ricollocazione dell’oggetto nel suo ambito naturale, dove sia possibile. Oggettivamente però notiamo che facendo solo così, l’opera viene certo restaurata, chiaramente restituita, ma forse non riconsegnata. E per “riconsegnata” si potrebbe indicare quell’ambito di presentazione e spiegazione a quanti poi la vedranno sotto gli occhi giorno per giorno, per far sì che anche una semplice ripulitura non sia l’unico raggio di sole in decenni o forse secoli di mute ombre.
Dopo tale premessa, non si può che definire positivamente la presentazione del Restauro della tela San Filippo Benizi in Gloria svoltasi nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a Città di Castello, lo scorso 16 aprile 2016.
Fasi del lavoro di restauro
Il Restauro della tela è stato svolto con grande cura da Giuliano Guerri con il suo Studio di Restauri 2GR, attraverso il finanziamento della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie e del Rotary Club di Città di Castello. La presentazione, svoltasi nel Santuario di Santa Maria delle Grazie di Città di Castello con grande partecipazione di autorità civili e di popolo, è stata affidata agli interventi di Emilia Nardi, presidente del Rotary Club castellano, don Andrea Czortek, parroco di Santa Maria delle Grazie, circa l’importanza del luogo nello specifico cittadino; fra Emanuele M. Cattarossi, membro dell’Istituto Storico dell’Ordine dei Servi di Maria, circa i tratti della vita e del culto riguardanti la figura di San Filippo Benizi; Giuditta Rossi, Sovrintendenza dei Beni Culturali, circa le specifiche tecniche del restauro della tela.
La presentazione era intervallata da brani musicali scelti eseguiti dalla Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini”. Al termine degli interventi, prima della scopritura del quadro, l’archittetto Olimpia Lorenzini, presidente della Libera Associazione “Architetti nell’Altotevere” presentava la mostra “Forma Urbis”, allestita nella cappella della Madonna delle Grazie.
Tale mostra, composta di nove pannelli grafici, ha preso le mosse dalla scoperta in ambito di restauro di un interessante particolare alla base del quadro di San Filippo: ossia una riproduzione della vista di Città di Castello, così come appariva a cavallo tra Sei e Settecento. Riproduzione preziosa e molto dettagliata, che restituisce un’immagine importante della città in quanto occorre infatti ricordare come nel 1789 un violento terremoto ne distrusse ampie porzioni.
Partendo da questa “vista” di Città di Castello e sovrapponendola con altre immagini del passato e riprese recenti, realizzate con moderne tecnologie, la mostra ha restituito ai visitatori la “Forma Urbis” per l’appunto, indicando nuovamente un prezioso incrocio disciplinare tra storia e architettura.
Resta però da chiarire l’incrocio tra San Filippo e la visuale di Città di Castello. La presenza della visuale cittadina sovrastata dal santo, esprime in una certa misura un implicito desiderio di affidamento. Occorre notare come il soggetto della Tela, ossia la gloria di San Filippo, lo collochi dopo la canonizzazione del 1671, particolare peraltro sottolineato nell’intervento di Giuditta Rossi, la quale indicava come esecutore un autore castellano, forse influenzato da Pietro da Cortona, a cavallo tra Seicento e Settecento. Probabilmente l’occasione dipende dalla decisione dei Magistrati del Comune di Città di Castello i quali il 22 settembre 1694 elessero a Patrono della Città San Filippo. Tale evento dette occasione a solenni festeggiamenti in Santa Maria delle Grazie il 26 settembre dello stesso anno e alla collocazione di un dipinto di San Filippo in Palazzo Comunale indicata [1]. Circostanze e particolari molto interessanti per la conoscenza di San Filippo emergono da questo restauro, certamente questo patronato risulta da chiarire anche in vista di importanti ricorrenze beniziane.

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com


Programma eseguito dalla Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini” diretta da Alessandro Bianconi

-          Sanctus dalla “Missa Solemnis” di Serge Lancen. Solista Emanuela Agatoni
-          Dulcis Christe, mottetto per due voci pari e organo di Michelangelo Grancini
-          O Santissima, per coro a 8 voci miste. Brano composto dall’autore emergente contemporaneo Paul Mealor su un testo antico della tradizione popolare
-          Alleluia dalla “Missa Solemnis” di Serge Lancen

Per ulteriori informazioni: http://www.coraleabbatini.it/



[1] Memoria dell’evento in Annales… t. III, 369-370; notizia in U. Forconi (a cura di), Chiese e Conventi dell’Ordine dei Servi di Maria. Quaderni di Notizie n. 2, (Viareggio) (1972), p. 51

mercoledì 24 febbraio 2016

Asterischi. Firenze, Restauro de "La Resurrezione" (1598) di Domenico Cresti detti "Il Passignano" (1559-1638)



"La Resurrezione" restuarata
 Il giorno 24 febbraio 2016, presso la Cappella dei Pittori della Santissima Annunziata di Firenze, è stato presentato il restauro del dipinto “La Resurrezione” (1598) di Domenico Cresti detto “il Passignano” (1559-1638). Tale intervento s’inquadra nell’ambito dei lavori di recupero e restauro della Cappella della Madonna del Soccorso, altrimenti conosciuta come “del Giambologna”, promossi a cura degli Amici della Santissima Annunziata ONLUS Firenze.
Il recupero dell’opera del Passignano si è resa possibile a seguito della segnalazione della Basilica della Santissima all’interno della sesta edizione de “I Luoghi del Cuore” (2012), il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Le quasi tremila firme raccolte hanno costituito un importante risultato, reso possibile anche grazie all’impegno della Delegazione FAI di Firenze e dei suoi volontari, che ha permesso al bene, particolarmente caro ai cittadini, di accedere alle Linee Guida per la Definizione degli Interventi 2013 lanciate dalla Fondazione in collaborazione con il MiBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Conseguentemente l’associazione Amici della Santissima Annunziata ONLUS ha così potuto presentare una richiesta di intervento a favore del dipinto del Passignano, beneficiando così di un importante contributo stanziato dal FAI e da Intesa Sanpaolo.
Il restauro è stato realizzato dalla ditta Lo Studiolo snc per il Consorzio C.E.R., sotto l’Alta Sorveglianza e Direzione scientifica al restauro della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Firenze, Prato, Pistoia e sotto la Direzione tecnica del Comune di Firenze, che ha in gestione l’intero complesso, attraverso il Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio, Chiese e Conventi.
Un momento della presentazione del Restuaro
Trasferito inizialmente dalla sua collocazione originaria, lato destro della Cappella della Madonna del Soccorso, il dipinto è stato posto in un locale del Convento della SS. Annunziata adibito a laboratorio. Una mirata campagna diagnostica ha potuto definire la tecnica esecutiva del dipinto, valutare le problematiche conservative dell’opera e definire le metodologie d’intervento. Il restauro, articolato tra pulitura, consolidamento strutturale della tela, adesione della pellicola pittorica e integrazione delle lacune, ha permesso con una calibrata verniciatura finale il recupero della piena leggibilità dell’opera.
Alla presentazione, aperta da un filmato del FAI sul restauro dell’opera, hanno fatto seguito gli interventi di p. Sergio M. Ziliani, priore provinciale della Provincia SS. Annunziata OSM e presidente dell’Associazione Amici della Santissima Annunziata ONLUS; Tommaso Sacchi, Capo segreteria assessorato alla Cultura del Comune di Firenze; Alessandro Mariano, Soprintendente BEAP per le province di Firenze-Prato-Pistoia; Sibilla della Gherardesca, presidente regionale FAI Toscana; Giudo De Vecchi, Vice Direttore Generale di Banca CR Firenze, Gruppo Intesa Sanpaolo; Ilaria Ciseri, Funzionario di zona Soprintendenza BEAP province di Firenze-Prato-Pistoia.
Intervento del p. Sergio M. Ziliani 
In particolare, l’ottima riuscita del restauro ha provocato in tutti gli interventi positivi apprezzamenti: «Ammirando il dipinto dopo il lungo restauro reso possibile grazie al contributo “I Luoghi del Cuore” mi sono rallegrata – commenta Sibilla della Gherardesca, Presidente Regionale FAI Toscana - Ho avvertito un moto di grande emozione nel vedere di nuovo risplendere i bellissimi colori che erano stati mortificati per secoli dall’alone di nerofumo delle candele e nell’ammirare tutti i particolari che prima erano impossibili da notare. Un tesoro prezioso per i fiorentini, che è potuto rinascere grazie al progetto del FAI e all’amore dei cittadini e che, finalmente disvelato, riserverà meravigliose e appaganti sorprese». Apprezzamento condiviso e rilanciato da Guido De Vecchi, vice Direttore Generale di Banca CR Firenze (Gruppo Intesa Sanpaolo) «La collaborazione con il FAI vede dal 2004 l’attivo sostegno del gruppo Intesa Sanpaolo nel promuovere il recupero dei luoghi che i cittadini hanno più a cuore - ha spiegato Guido de Vecchi, Vice Direttore Generale di Banca CR Firenze (gruppo Intesa Sanpaolo) - Con “La Resurrezione” continua anche quest’anno la restituzione, a Firenze e ai fiorentini, di un’opera d’arte legata alla storia della città. Siamo davvero orgogliosi di aver potuto contribuire al restauro di un tale capolavoro, finalmente rinato».
Un vivo ringraziamento per la collaborazione a più livelli che ha permesso l’ottimo riuscita del restauro e insieme la speranza di continuare un cammino così felicemente intrapreso è stato espresso da p. Sergio M. Ziliani, presidente degli Amici della Santissima Annunziata ONLUS: «La Santissima Annunziata di Firenze è il cuore della città e rappresenta un centro importante per le tante persone che qui passano per pregare o anche solo per ammirarne la bellezza – sottolinea Padre Sergio Ziliani, Presidente degli Amici della Santissima Annunziata Onlus - Siamo onorati di avere avuto al nostro fianco il Fondo Ambiente Italiano e Intesa Sanpaolo nella campagna di restauro della Cappella del Giambologna e ci auguriamo che questo possa essere l’inizio di un bel cammino insieme. Ringraziamo i tanti volontari della Delegazione FAI di Firenze che con la loro tenacia hanno raccolto le firme, permettendoci di partecipare con il progetto di restauro del dipinto del Passignano al bando per l’assegnazione dei contributi “I Luoghi del Cuore”».
Merita ampliare il discorso sul restauro de “La Risurrezione” eseguito dalla ditta Lo Studiolo snc. Eseguito probabilmente tra 1595 e 1598 il dipinto rappresenta un tipico esempio delle influenze del “cromatismo veneto” che il Passignano espresse nella sua vasta produzione, frutto dell’apprendimento stilistico avvenuto durante il suo soggiorno veneto fra il 1582 e il 1589 insieme allo Zuccari, suo maestro.
La prima operazione di restauro è stata quella di consolidare la tela, per garantirne ancora la funzione di supporto al colore originale, escludendo quindi l’adesione di una seconda tela di rinforzo sul retro del dipinto. Quest'operazione si è svolta con l’ausilio della tecnica del sottovuoto: dopo aver collocato la tela in un apposito sacco chiuso in nylon ed eseguita l’aspirazione dell’aria, il consolidante precedentemente applicato dal retro del dipinto è potuto penetrare attraverso il tessuto, consolidandone la trama. Con questa fase sono state eliminate le ondulazioni e le deformazioni del dipinto, riportando la tela a una buona planarità. I numerosi fori perimetrali e una bruciatura di candela, presenti sulla tela, sono stati risanati inserendo delle toppe di tela antica, incollandone i profili al tessuto originale con l’ausilio di lenti d’ingrandimento e una colla specifica reversibile.
Dopo il recupero dell’integrità strutturale del dipinto, ottenuto con il restauro conservativo, e dopo averlo dotato di nuovi margini perimetrali realizzati con tela nuova, incollata con collante sintetico reversibile per consentirne il tensionamento, il dipinto è stato rimontato su un nuovo telaio in legno a espansione. Con l’esecuzione dei test di solubilità si sono scelti i solventi appropriati per rimuovere le sostanze improprie depositate sul colore originale. Con la pulitura della superficie dipinta ha avuto inizio il restauro estetico: sono state rimosse la polvere, il forte deposito di nerofumo dovuto alle candele accese in passato vicino all’opera; inoltre sono state rimosse le vernici e le patine fortemente ingiallite, dovute a vecchi consolidamenti del colore, che alteravano la visione della raffigurazione e dei colori del dipinto.
Particolari di notevole importanza sono emersi tramite indagini diagnostiche non invasive (riflettografia falso colore e bianco-nero, riprese ultravioletti e radiografia). In questa fase venivano individuati sulla superficie dipinta alcuni brani di pittura (due teste di cherubini ai lati del Cristo e una stesura grigio-azzurra sullo sfondo in alto a destra), eseguiti forse alla fine dell’Ottocento, differenti dalla tecnica pittorica originale: evidentemente quelle aggiunte dovevano mascherare i pentimenti leggibili sullo sfondo. Le indagini hanno dunque rivelato tutti i ripensamenti dell’autore che già parzialmente s’intravedevano durante la pulitura, oltre a fornire indicazioni sulla natura della tecnica pittorica originale.
Terminata la pulitura, si è provveduto alla stuccatura delle lacune di colore, quindi levigati gli eccessi, le stuccature sono state integrate cromaticamente con basi tonali a tempera e dopo la verniciatura a pennello a più riprese per uniformare e migliorare l’intensità tonale dei colori originali, il ritocco pittorico è stato condotto con colori a vernice. Con quest’ultimo intervento oltre al recupero delle lacune, sono state recuperate aree di svelatura e consunzione del colore originale in modo da “ritessere” la superficie dipinta e contribuire alla completa lettura dell’opera. Il restauro è terminato con una nebulizzazione di vernice trasparente funzionale a uniformare le integrazioni cromatiche e alcuni assorbimenti, e “ammorbidire” la brillantezza finale del dipinto senza ostacolare la perfetta visione dei colori.   
Il restauro ha così potuto svelare un bell’esempio di pittura fiorentina di fine cinquecento, dove la definizione più pertinente di “colorismo veneto unito al disegno toscano”, trova la sua cifra espressiva più adatta per capire lo stile del Passignano. Il disegno toscano d’impostazione manierista si coglie in tutte le figure principali: nel corpo apparentemente lieve del Cristo proiettato nel cielo, nei due angeli ai lati, nel dinamismo e nella plasticità delle figure dei soldati in primo piano. La pulitura ha fatto emergere a pieno la forza rappresentativa di una scena drammatica, quasi cruenta, che si consuma ai piedi del Cristo Risorto. L’intensità del colore è da subito espressa dalla forza dei rossi, dei gialli, dei verdi, che si distillano da un fondo scuro, quasi monocromo. Questi elementi dello stile del Passignano poi, si fondono nella tecnica utilizzata per la stesura del colore, caratterizzata da pennellate corpose, spezzate, ma anche da intrecci sfumati che dissimulano la linea dei contorni.
Il recupero della lettura dell’opera, a seguito della pulitura ha fatto emergere una novità inaspettata: sono apparsi numerosi ripensamenti, cambi d’impostazione figurativa; sotto le patine e le vernici offuscate nessuno avrebbe mai immaginato, questa apparente incertezza. Sotto le campiture più chiare, sullo sfondo del cielo, appaiono in trasparenza altri angeli e cherubini. Il Cristo in una prima idea avrebbe dovuto essere più simmetrico, con il braccio destro sollevato come il sinistro, e le due gambe appaiate in avanti; la figura avrebbe dovuto fermarsi, librata nel cielo. Durante il lavoro è emersa chiara l’idea finale: Cristo proiettato verso l’alto, quasi a volersi stagliare fuori dal dipinto; cosi in tutta la scena raffigurata: da un punto ideale del quadro, i movimenti delle figure appaiono dilatarsi, dal centro verso l’esterno, dal fondo scuro della tela, alla luce viva dei colori.

Alcuni link utili in merito:
- Circa gli Amici della Santissima Annunziata ONLUS si veda https://www.facebook.com/Amici-della-Santissima-Annunziata-Onlus-676265359069754/
- Circa il progetto “I Luoghi del Cuore”: http://iluoghidelcuore.it/

Elisa Bonini
info@sillabarte.it

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com