domenica 23 marzo 2014

"Quella Testa Santa di quella Vergine..." [Schede per l'iconografia Mariana dell'Ordine dei Servi di Maria]



In occasione della Solennità dell’Annunciazione del Signore (25 marzo), riproponiamo un interessante scheda riguardo all’immagine della SS. Annunziata di Firenze, redatta dal compianto p. Eugenio M. Casalini (+ 2011), stimato storico e ricercatore dell’Ordine dei Servi di Maria [1].

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com

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Se non possiamo affermare, con la leggenda, che questa immagine della nostra Annunziata sia stata dipinta nel 1252, possiamo però confermare che la devozione ad un immagine simile, non esistente anteriormente, godesse di una sentita devozione popolare fin dalle origini del Santuario (1250), come dimostrano gli inconfutabili documenti ancora esistenti [2].
Ma qui, riportando alcune testimonianze che si scaglionano lungo sette secoli, vogliamo solo ricordare come la devozione "cosidetta" popolare alla nostra Madonna e al suo volto santo non ha subito interruzioni fino ai nostri tempi.
Il titolo che abbiamo messo a questa scheda - Quella testa di quella Vergine - è l'espressione usata da un religioso del convento nel 1444, per indicare il restauro pittorico contro il fumo delle candele che deturpava appunto quella testa santa: l'espressione raccoglie insieme a una certa antichità dell'affresco, la tradizione che attribuisce la pittura del volto di Maria ad intervento divino [3]
Sempre a metà del sec. XV, fra Paolo Attavanti racconta come avvenne il prodigio del Volto angelico. Il pittore Bartolomeo, incaricato di dipingere l'Annunziata, non riusciva a tratteggiare il Volto, nonostante le sue preghiere e digiuni:

«… Si dice che alfine le sue preghiere fossero ascoltate: una mattina, tornando la lavoro, trovò la figura della Vergine che aveva già dipinto, finita anche nel Volto; per cui non può esservi dubbio che quel volto sia stato ritratto dalla mano degli Angeli…» [4].

Nel sec. XVI, Francesco Bocchi, nella sua opera Sopra l'Imagine della Santissima Nunziata di Fiorenza riporta le parole di ammirazione e devozione di Michelangelo Buonarroti che, interrogato dal Granduca su cosa pensasse della conclamata bellezza del volto dell'Annunziata, così rispose:

«… Se alcun mi dicesse (però che questa è l'arte mia) che questa imagine da senno humano fosse stata dipinta, io direi, che e' dicesse bugia: perchè di vero l'artifizio dell'huomo, et il suo ingegno non puote, come è questo valore [questa perfezione], tanto alto arrivare: onde io avviso, che miracolosamente sia stato fatto questo divin sembiante da Dio, et dagli Angeli senza più...» [5].

Tra il sec. XVII e XIX importante testimonianza di devozione è la presenza dell'Arte, sia a livello accademico che divulgativo-devozionale: incisioni, dipinti su tavola e tela, oleografie si trovano largamente diffusi non solo in Toscana ma nell'intera Europa cattolica. Un esempio è l'immagine dell'Annunciazione che abbiamo unito al Bollettino 6/99 (a. XIX). Su di essa il libro delle Ricordanze del Convento E riporta: 

«… A dì 4 D.° (Novembre 1690). Ricordo, qualmente fra Manseuto Guelfi nostro Converso fiorentino fece per sua divozione intagliare in rame la miracolosa Immagine di S. Maria Annunziata dall'Angelo ... circondata attorno da 18 miracoli e grazie più insigni ... Il predetto rame, alto poco men d'un braccio, e largo quasi tre quarti, è riuscito molto bello, ed è stato inciso in Bologna con spesa di scudi trenta di lire sette per scudo del deposito del prefato fr. Mansueto, che per farlo lavorare si portò in quella città: e più, scudi 20 in circa, in fogli e tiratura di 1200 copie…» [6].

E termino questa scheda con una personale citazione:

«… La Leggenda ci parla della bellezza del volto, ma è tutta la persona della Madonna che ci conduce con "Equilibrio" a questo volto, che è un esempio concreto delle relazioni che devono legare la creatura al suo Creatore. 
Non è paura e sbigottimento, come rappresenteranno spesso i pittori dei secoli successivi, ma gioia calma e serena; non sottomissione penosa, ma aperta accettazione e ferma adesione alla volontà divina; non posa e ricercatezza, ma sincerità cosciente. In questa Madonna è l'esempio più vero della creatura "intera", ricostruita, nel suo valore iniziale, dalla Redenzione. Questo volto nel quale, lungo i secoli, i devoti leggono la propria storia e la propria salvezza, spiega, più della leggenda, l'affollarsi dei Pellegrini e il fiorire di Grazie e miracoli all'altare della Madonna di Firenze…» [7].
  
p. Eugenio M. Casalini



[1] Il seguente articolo apparve su "La SS. Annunziata" periodico bimestrale mariano, n° 2, Marzo-Aprile 2000, A. XX, pp. 5-6.
[2] E. Casalini, Il Convento e le sue origini, in Idem, Una Icona di famiglia (Biblioteca della Provincia Toscana dell’Ordine dei Servi, Colligite 10), Firenze 1998, pp. 13-71.
[3] E. Casalini, Quella Testa santa di quella Vergine in Idem, Una Icona di famiglia…, pp. 79-82.
[4] Paolo Attavanti, Dialogus fratris Pauli florentini de origine Ordinis Servorum ad Petrum Cosmae (1465 circa). Edizione in Monumenta O.S.M., t. XI, pp. 72-87 [introduzione], 88-113 [testo]
[5] Francesco Bocchi, Sopra l'Imagine della Santissima Nunziata di Fiorenza, Firenze, Michelangelo Sermartelli 1592, pp. 86-87.
[6] Archivio di Stato di Firenze, Conventi Soppressi dal Governo francese, 119, 55, ff. 343v, 344r.
[7] E. Casalini, La Basilica Santuario della SS. Annunziata, Firenze 1957, pp. 43-45.

domenica 9 marzo 2014

Asterischi - Opere d'arte della SS. Annunziata in mostra a Palazzo Strozzi



Nell’ambito del ricco calendario di eventi artistici della città di Firenze, per l’Ordine dei Servi di Maria è utile segnalare che dall’8 marzo al 20 luglio 2014 è possibile visitare presso Palazzo Strozzi la mostra Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della "maniera".
L’esposizione come si ricava dal titolo è dedicata all’opera del Pontormo (al secolo Jacopo Carucci, Pontorme-Empoli 1494 – Firenze 1557) e del Rosso Fiorentino (al secolo Giovan Battista di Jacopo, Firenze 1494 – Fontainebleau 1540), i pittori più anticonformisti e spregiudicati fra i protagonisti del nuovo modo di intendere l’arte in quella stagione del Cinquecento italiano che Giorgio Vasari indicò come “Maniera moderna”.
Pontormo e Rosso Fiorentino si formano con Andrea del Sarto (al secolo Andrea d'Agnolo, Firenze 1486-1530), pur mantenendo entrambi una forte indipendenza e una grande libertà espressiva. Pontormo, nel tempo divenno pittore sempre preferito dai Medici e aperto alla varietà linguistica e al rinnovamento degli schemi compositivi della tradizione. Rosso Fiorentino fu invece legatissimo alla tradizione pur con aneliti di spregiudicatezza e di originalità, influenzato anche dalla letteratura cabalistica e dall’esoterismo. Due vie, dunque, divergenti nell’interpretare la “Maniera” nella Firenze rinascimentale.

Per l’Ordine dei Servi di Maria, all’interno della mostra un importante contributo proviene dalla nostra Chiesa della SS. Annunziata di Firenze. I visitatori della mostra vengono infatti accolti già nella prima sezione della mostra intitolata “Gli esordi nel Chiostrino dell’Annunziata” da tre grandi affreschi del Chiostrino dei Voti, restaurati per l’occasione. Sulla sinistra di chi guarda abbiamo la Visitazione (1514-1516) del Pontormo, al centro il Viaggio dei Magi (1511) di Andrea del Sarto e sulla destra l’Assunzione (1513) di Rosso Fiorentino.
Nella seconda parte della prima sezione dal titolo “In bottega con Andrea del Sarto” si può ammirare un’altra opera del Pontormo, ossia una Sacra conversazione o Madonna di San Ruffillo (1514) conservata nella Cappella di San Luca o Cappella degli Artisti della SS. Annunziata dal 1823, dopo la demolizione della Chiesa di San Ruffillo da cui proviene.

Lo studio di due modi differenti di intendere la “Maniera” quali l’opera di Pontormo e Rosso Fiorentino richiamano un particolare importante per l’Ordine dei Servi di Maria e per la Santissima Annunziata in particolare, ossia come il Chiostrino dei Voti rappresenti il luogo d’incubazione e di inizio nella pratica della “Maniera”. Vale allora ricordare quanto già espresso da uno dei curatori della mostra, Antonio Natali direttore della Galleria degli Uffizi, nel corso di un conferenza al III° Convegno di Storia dell’Ordine dei Servi di Maria [1]:

«Tutto questo … nel Chiostrino dei Voti all’Annunziata di Firenze, convento dei Servi dove vivevano anche frati umanisti, cui risultava agevole accogliere le nuove istanze e che anzi non è poi così arduo ammettere possano averle talora anche promosse» [2].

Pertanto il convento fiorentino assume una grande importanza nella nascita della “Maniera”, tanto da dover richiamare l’attenzione sul ruolo artistico e culturale assunto per lungo tempo dalla Santissima Annunziata nell’ambito della città di Firenze, e di conseguenza il Natali affermava

«Chi conosce gli svolgimenti dell’arte nel Cinquecento e l’ascendente che esercitarono gli artefici operosi nel convento dei Servi (ascendente che varcò perfino le Alpi, quando proprio il Rosso divenne artista massimo alla corte di Francesco I, re di Francia) può ben capire quale officina di poesia e cultura avesse favorito agli inizi del Cinquecento l’Ordine dei Servi di Maria» [3].

Non a caso questo succede proprio alla SS. Annunziata in quanto:

«Nel convento fiorentino dei Servi di Maria c’erano frati in grado di favorire la nascita e la maturazione di una cultura nuova, sia letteraria che figurativa. E viene naturale congetturare che le stesse virtù intellettuali venissero da loro applicate nell’elaborazione di pensieri e concetti teologici pertinenti a una religiosità che, dopo la vicenda savonaroliana, tornava a essere inquieta. Considerazione da tenere presente ragionando dei precursori della «maniera moderna» fiorentina, giacché Andrea del Sarto, il Pontormo e il Rosso avrebbero dipinto, dopo il soggiorno operoso all’Annunziata, opere di spiritualità di frontiera» [4].

Nell’occasione della mostra è stato curato un preziosissimo catologo edito dalla Editrice Mandragora e un interessante volumetto dal titolo Pontormo e Rosso Fiorentino a Firenze e in Toscana, curato da Ludovica Sebregondi ed edito dalla Maschietto Editore. Per ulteriori approfondimenti, all’indirizzo http://www.palazzostrozzi.com/pontormoerosso si ritrovano una serie di informazioni e materiali sulla mostra.


fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com



[1] I Servi di Santa Maria nell’epoca delle riforme (1431-1623), convegno svoltosi a Roma presso la Pontificia Facoltà Teologica «Marianum» dal 7 al 9 ottobre 2010. Atti del Convegno in Studi Storici dell’Ordine dei Servi di Maria, 61-62 (2011-2012), 2 vol.
[2] A. Natali, I Servi di Maria e la nascita della «Maniera Moderna» in Studi Storici OSM 61-62 I (2011-2012) pp. 197-198
[3] Ibidem… p. 198.
[4] Ibidem… p. 198.