lunedì 16 maggio 2016

Appunti - I "Boti" della Santissima Annunziata di Firenze…

La presenza ultracentenaria della Santissima Annunziata nel tessuto sociale fiorentino riveste un’importanza particolare non soltanto dal punto di vista del culto, in quanto santuario mariano, ma anche dal punto di vista culturale. Ossia chiesa e convento richiamano un’attenzione particolare sulle vicende che le interessano. Attenzione che poi s’esprime in diverse pubblicazioni a stampa.
I Boti della SS. Annunziata in Firenze. Curiosità storica” di Guido Mazzoni (1859-1943) può indicare facilmente questa tendenza. Questo libretto di 45 pagine, 18,5 cm d’altezza, edito nel 1923 in Firenze presso Le Monnier costituisce un curioso excursus sui voti o meglio i “boti” della Santissima Annunziata.
L’autore, Guido Mazzoni, fu insegnante e letterario, patriota, senatore del Regno d’Italia. Lo scritto nasce da un’occasione particolare, le nozze di Pier Liberale Rambaldi con Lucy Bertolini, celebrate in Firenze il 22 maggio 1923. «Paginette…» scrive il Mazzoni al Rambaldi, una sorta di passeggiata «… in cerca di reliquie storiche e di bellezze artistiche» (p. 9)
Leggendo con attenzione il testo non si potrà non avere la sensazione di una redazione a modo di divertissement. Certo l’autore fin dalle prime pagine chiarisce il suo pensiero sui voti come offerta «… in segno di gratitudine a qualche potenza superiore cui venga attribuita una miracolosa virtù risanatrice…» (p. 17). Nel testo non si rintraccia mai l’aspetto dell’offerta o della gratitudine al Signore o alla Beata Vergine Annunziata.
L’attenzione è invece puntata sul voto come “forma di raffigurazione” e più specificamente all’immagine di cera che il Mazzoni sottolinea dirsi “boto” nella Firenze del tempo. Ne deriva allora un particolare affresco di memorie sulle offerte di cera presso la Santissima Annunziata indicata dal Mazzoni come centro principale delle offerte in cera della città. Tale attenzione si realizza secondo il Mazzoni nei secoli XV-XVI, anche se una ricerca più attenta sui registri amministrativi della Santissima Annunziata anticipa già al secolo XIV una non indifferente quantità di voti offerti alla Madonna.
Tuttavia emergono dalla narrazione episodi curiosi, come la distruzione dei voti di cera di Leone X, del duca Giuliano e di Lorenzo il Magnifico durante l’assedio di Firenze del 1530; oppure la descrizione del soffitto e delle pareti della chiesa riempite di voti di cera e di cartone al punto di scorgerne appena i muri; o ancora lo spettacolo di via dei Servi piena di botteghe di vendita di Voti, la cui vista costringeva un artista affermato come il Cigoli (1559-1613) a cambiare strada per recarsi alla Santissima Annunziata. Il Mazzoni indica come concluso questo periodo con il rifacimento della chiesa nel periodo 1664-1669, in particolare del soffitto in oro, suggerendo un decadimento della pratica e della rovina dei voti stessi al punto da non rintracciarne più memorie se non nei ricordi documentari. Affermazione parzialmente smentita dal recupero dei miracoli più significativi attraverso l’importante ciclo di tele di memoria ex-voto, realizzate tra i secoli XVII e XVIII, ancor oggi conservati nel Convento.
Il libretto del Mazzoni costituisce un punto importante di raccolta di informazioni e di aneddoti documentari sui “boti” della SS. Annunziata, peraltro rintracciabili attraverso il curato apparato di note finali. Una lettura e una prospettiva particolare su un argomento che però non può disgiungersi dalla prospettiva della preghiera e del ringraziamento a Dio.

fra Emanuele M. Cattarossi

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