giovedì 26 novembre 2015

Primo sguardo - Calendario Icone dei Servi di s. Maria 2016



Icone dei Servi di S. Maria 2016. Giubileo della Misericordia. Lo Studio e gli “Studi” dei Servi di Maria. 350° Anniversario della Fondazione del Collegio “Gandavense” di Roma, a cura della Provincia di Piemonte e di Romagna dell’Ordine dei Servi di Maria, Reggio Emilia 2015. 34,5x24cm.

Proseguendo un esperienza ormai più che trentennale, anche quest’anno è stato pubblicato a cura della Provincia di Piemonte e di Romagna dell’Ordine dei Servi di Maria il calendario murale “Icone dei Servi di s. Maria 2016”. Tale pubblicazione rappresenta per l’Ordine dei Servi di Maria un piccolo gioiello editoriale. Una linea d’impaginazione semplice ma d’immediato risalto, una mirata scelta delle immagini sia secondo il mese corrente quanto per i testi proposti, una redazione tematica variata anno per anno su temi agiografici oppure su ricorrenze dell’Ordine dei Servi financo a presentazioni delle varie realtà servitane rendono davvero pregevole questo calendario, al punto da arrivare a conservare con cura le varie annate.
La scomparsa di p. Fiorenzo M. Gobbo (+2014), per anni vero e proprio “motore artistico” di questa iniziativa, ha lasciato un vuoto che tuttavia la nuova redazione, composta da fra Franco M. Azzalli e fra Paolo M. Orlandini, ha cercato fin dall’edizione del 2015 di colmare con attenzione e competenza. I testi per i calendario sono stati preparati a cura dell’Istituto Storico OSM che per il 2016 propone agli usufruitori un percorso di conoscenza sullo Studio e gli “Studi” dei Servi di Maria partendo dalla ricorrenza del 350° anniversario della Fondazione del Collegio “Gandavense” di Roma. Tematica, quella degli Studi, di grande interesse che ancora aspetta un maggiore approfondimento di ricerca storica. All’interno del Calendario viene presentata dapprima una sintesi storica di quanto concerne lo “studiare” nell’Ordine: dai primi riferimenti legislativi alle annotazioni amministrative, passando attraverso decreti capitolari e piani di studio sempre più compositi per arrivare all’odierna realtà della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, i testi dei mesi da Gennaio ad Agosto evidenziano un evoluzione che lascia intravedere la cura che l’Ordine ha dedicato nel corso dei secoli a questo particolare settore. I mesi da Settembre a Dicembre sono invece dedicati ad un approfondimento di alcune realtà di studio quali l’Istituto Superiore di Scienze Religiose presso Monte Berico (Vicenza), il Centro Mariano in Messico (con sedi a Città del Messico e Guadalajara), il Marianum College a Manila (Filippine) e il Centro Studi Biblici “Giovanni Vannucci” a Montefano (Macerata).
Decisamente interessante l’apparato iconografico, vero e proprio punto di forza del Calendario. Qui occorre fare i complimenti alla redazione per la scelta delle immagini in quanto non è affatto semplice destreggiarsi nel patrimonio artistico dell’Ordine dei Servi e proporre una serie di raffigurazioni inedite rispetto alla produzione precedente del Calendario. Una lezione utile per alcune pubblicazioni o raccolte iconografiche che circolando all’interno dell’Ordine dei Servi vorrebbero assurgere a testi di riferimento circa la “bellezza” dell’arte risultando però poi particolarmente deficitarie sulle immagini scelte, sui testi redatti sorvolando mestamente su una resa grafica particolarmente scadente e rivedibile.
Tornando al Calendario per il 2016, possiamo notare ben tre omaggi alla prolifica produzione artistica di Fiorenzo M. Gobbo. Ci fa piacere inoltre ritrovare una memoria di ex-voto della Santissima Annunziata di Firenze di cui già avevamo dato notizia del restauro (vedi qui) e di una opera di Jacopo Ligozzi, Cristo in pietà sorretto dagli angeli, già ammirata in mostra a Palazzo Pitti (vedi qui), e ora in procinto di essere ricollocata nella sua posizione originale. Piacevolissimo ammirare la resa della riproduzione del dipinto di Alessandro Casolani, raffigurante l’Adorazione dei pastori, proveniente da un vero e proprio scrigno di arte quale la Basilica di Santa Maria dei Servi di Siena. Ma è meglio fermarsi qui e forse si noterà la rapidità nell’indicare le opere citate: preferiamo che questo possa diventare un invito per tutti nell’Ordine dei Servi di Maria e nella Famiglia servitana a sfogliare e a imparare qualcosa da uno strumento semplice quale questo calendario murale, ribadendo in conclusione un plauso a quanti si sono adoperati per continuarne l’edizione…

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com

mercoledì 25 novembre 2015

Primo sguardo - Calendarium Liturgicum OSM 2015-2016



Ordo Celebrandi Officium Divinum et Missam Secundum Calendarium Romanum Generale et Proprium Ordinis Fratrum Servorum Beatae Mariae Virginis pro anno liturgico 2015-2016 fratris Gottfried M. Wolff prioris generalis iussu editus, Roma, Curia Generale O.S.M. 2015. 264 pp. 16,5 cm.

Rispettando un impegno gradito, in prossimità del nuovo anno liturgico è giunto la nuova edizione del Calendarium Liturgium proprio dell’Ordine dei Servi di Maria 2015-2016, curato dalla C.L.I.O.S. (Commissio Liturgica Internationalis Ordinis Servorum). L’occasione è buona dunque per un primo sguardo.
Anzitutto diamo una scorsa agli eventi e ricorrenze maggiormente sottolineate per l’anno liturgico 2014-2105:
  • Al 14 dicembre ricorre il VII centenario della morte del beato Bonaventura da Pistoia (+1315); 
  • Il giorno 17 gennaio, ricorre il V centenario della Consacrazione della Chiesa della SS. Annunziata di Firenze (1516), ad opera del card. Antonio Ciocchi dal Monte, legato di papa Leone X; 
  • Al 27 gennaio ricorre il primo centenario della morte di fra Giovannangelo M. Pagliai (+1915); 
  • Il 25 giugno si ricorda il 550° anniversario della morte di fra Antonio da Bitetto, primo priore del convento di Monte Berico; 
  • Al 24 agosto viene proposto il ricordo del III centenario della morte di fra Antonio Fabbri, artefice della Biblioteca del Convento della Santissima Annunziata di Firenze; 
  •  L’8 settembre si ricorda il primo centenario della nascita di Luigina Sinapi (+1978), terziara dell’Ordine dei Servi di Maria, morta in concetto di santità; 
  • Al 1° novembre viene menzionato il primo centenario dell’aggregazione all’Ordine dei Servi di Maria dell’Istituto delle Suore dell’Addolorata Serve di Maria di Pisa (1916);
  • Il 23 novembre si ricorda il primo centenario della nascita di fra Davide Maria Turoldo (1916).
Va notata inoltre una piccola aggiunta tra le ricorrenze dell’Ordine dei Servi di Maria, anche se non segnalata nel Calendario perpetuo. Notiamo infatti come al 7 giugno, indicato come festum per la Congregazione delle “Figlie di San Giuseppe del Caburlotto”, venga ricordato un nuovo beato: Luigi M. Caburlotto, sacerdote e terziario dell’Ordine dei Servi di Maria nonché fondatore della congregazione già menzionata.
Alcune modifiche di questo Calendarium Liturgicum rispetto all’edizione 2014-2015 mettono in evidenza un miglioramento del risalto dato a diverse feste e solennità principali dell’anno liturgico attraverso l’utilizzo delle formelle realizzate dal beato Angelico per la Cataratta dell’Armadio degli Argenti della Santissima Annunziata di Firenze, oggi esposte al Museo di San Marco. Tale aumento dell’utilizzo di immagini, anche se si tramuta in un leggero incremento di pagine (8 in più rispetto alla passata edizione), focalizza meglio l’attenzione degli usufruitori. Anche la resa grafica, pure in bianco e nero, permette di poter osservare l’immagine con una certa attenzione: particolare non da poco, se si considera un utilizzo amatoriale delle foto spesso ridimensionate arbitrariamente oppure riprodotte in maniera scadente.
Ancora una volta dunque possiamo ringraziare la C.L.I.O.S. per l’ottimo strumento del Calendarium Liturgicum, invitando ogni membro dell’Ordine dei Servi di Maria come la Famiglia Servitana a scoprirlo e a farne buon uso.

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com

venerdì 21 agosto 2015

“Una arte molto vivace e molto bella”. Andrea del Sarto e un prodigio di san Filippo Benizi [Schede per l'iconografia del santorale OSM]



Andrea del Sarto, Il beato Filippo Benizzi morto risuscita un bimbo
Un aspetto interessante della devozione verso san Filippo Benizi è rappresentato dalla protezione verso i fanciulli, che nell’Ordine dei Servi di Maria trova una particolare espressione nella  Benedizione dei Bambini. Questa particolare Benedizione trae le sue origini da una serie di episodi che pongono san Filippo Benizi in rapporto con i bambini e i fanciulli: anzitutto la pia tradizione che narra come egli stesso, quando era ancora bambino in fasce, pregò la madre di dare l’elemosina ai frati “Servi di Maria”; l’abbraccio di perdono e la consolante profezia rivolte ad un giovane che, sorpreso a rubare nell’orto del convento di Cesena, era stato percosso e duramente ripreso dal frate ortolano; e infine i diversi  miracoli in favore di giovani e ragazzi avvenuti alla morte del santo, tra i quali sottolineiamo la risurrezione di un giovanetto, figlio unico di una madre vedova [1]. Quest’ultimo episodio è riportato nelle due antiche legende trecentesche di san Filippo Benizi, Vulgata e Perugina, di cui riportiamo il testo. Questo è il racconto della Vulgata

«Nella città di Todi vi era una vedova che aveva mandato nella vigna il suo unico figlio. Mentre questi andava per la strada, trovò un lupo che lo azzannò alla gola. Un uomo, che passava per la strada, vide il lupo assalire il ragazzo, e si mise a gridare; il lupo allora fuggì, ed egli si avvicinò al ragazzo e lo portò morto a sua madre. Ed essa, gridando e piangendo, andò al sepolcro del beato Filippo e cominciò a gridare: "Uomo di Dio Filippo, prega per il mio figliuolo". Mentre diceva così, subito dinanzi a tutto il popolo il morto risuscitò» [2].

Ecco invece come lo racconta la Perugina:

«C'era una vedova di Todi, a cui era morto l'unico figlio nello stesso giorno (della morte del santo). Sentendo i miracoli che Dio mostrava davanti a tutti tramite il suo santo Filippo, invocandolo con lacrime e pianti diceva: «O venerabile padre, beato Filippo, a cui Dio ha concesso così grandi favori, vieni in mio aiuto, io che sono una vedova abbandonata, e ridammi vivo il figlio mio e io te l'offrirò per sempre». Cose mirabili a sentirsi! Mentre diceva questo, il fanciullo, che era morto, subito si levò, vivo e sano, gridando e dicendo ad alta voce: «Mamma, ho visto san Filippo che mi strappava dalla rovina della morte e mi ordinava di ritornare vivo nel corpo». Quella allora, ringraziando immensamente, adempì quanto aveva promesso e alla chiesa del beato Filippo donò il fanciullo insieme a molti doni» [3].

Pur con alcune discrepanze nella narrazione si può notare come entrambi i testi si riferiscano allo stesso episodio. Punto di convergenza tra le due legende è dato dalla citazione della madre come “vedova”. Notiamo poi come la Vulgata sviluppi più la morte del fanciullo, mentre la Perugina dettaglia maggiormente l’invocazione della madre. Detto episodio troverà poi uno sviluppo nell’iconografia del santo di cui, tra tutte le raffigurazioni, la lunetta dipinta da Andrea del Sarto nel Chiostrino dei Voti della Santissima Annunziata di Firenze, nell’ambito del ciclo di affreschi dedicati a san Filippo (1509-1510), rappresenta il caso più interessante da approfondire. Così ne parla il Vasari nelle sue celebri Vite: dopo aver affrescato tre scene della vita del santo, Andrea

«ne conseguì quella lode che meritamente si conveniva a una opera simil a quella. E seguitò Andrea inanimito per la lode due altre istorie nel cortile medesimo. In una faccia quando San Filippo è nella bara morto, et intorno e’ suoi frati lo piangono, aggiuntovi un putto morto anch’egli, che nel farli toccare la bara dove è San Filippo, risuscita, et èvvi contrafatto, e quando egli è morto e quando egli è vivo, con una arte molto vivace e molto bella…..» [4].

Guardando la lunetta possiamo rilevare come questa riporti gli elementi del prodigio descritti dalle due legende. Anzitutto si nota come la parte centrale della scena sia occupata dal corpo esanime di Filippo che viene sistemato da un frate servo di Maria sul feretro. Sulla sinistra, in prossimità della testa notiamo alcuni frati che rendono l’estremo saluto al loro priore Generale. Nell’affresco vi è poi la presenza di alcuni fedeli: due si trovano sulla parte sinistra, un altro sta accosto ai frati di fronte al feretro, altri cinque sostano a piedi del santo mentre un sesto si avvicina dietro di loro. In quest’ultimo gruppo di fedeli, notiamo una donna, con un velo bianco in capo e la mani giunte mentre prega il santo, “…Uomo di Dio Filippo, prega per il mio figliuolo…”, di restituire la vita al suo unico figlio, steso ai piedi del feretro con indosso una veste bianca e le mani incrociate sul grembo. L’attenzione dei fedeli viene quindi attirata sia dalla morte del santo che da un altro avvenimento che si svolge ai piedi del feretro. Difatti l’artista, subito accanto al corpicino del bimbo morto, ne ha dipinto un altro, che poi è lo stesso bambino, in atto di rialzarsi mentre tende la mano destra verso le spoglie di san Filippo, la bocca come in atto di dire “…ho visto san Filippo che mi strappava dalla rovina della morte e mi ordinava di ritornare vivo nel corpo…”. E lo stupore dei presenti dev’essere grande se guardiamo i due fedeli sulla sinistra della lunetta: quello vestito di viola, con una fascia rossa ai fianchi, alza le mani come per lo stupore e volge lo sguardo al compagno vicino come a dirgli “Lo vedi anche tu?”. Calza a pennello, dunque, il giudizio del Vasari su questa lunetta: “… una arte molto vivace e molto bella”.
Particolare con i due volti restaurati
Un’ultima curiosità sulla lunetta di Andrea del Sarto raffigurante la morte del san Filippo Benizi e la risurrezione di un fanciullo di cui abbiamo parlato sopra vale la pena di essere raccontata. Nella lunetta sulla sinistra sono raffigurati due uomini, uno vestita di verde e rosso e l’altro di viola con una cinta rossa ai fianchi. Se poniamo attenzione ai volti di queste due figure vi possiamo notare delle crepe tutto intorno, quasi che si volesse incorniciarle.
Curiosamente, in merito all’origine di questo particolare della lunetta ne dà notizia il Tonini nella Guida Storico-Descrittiva del santuario (1876), il quale a sua volta la riprese da Notizia dei Professori del Disegno da Cimabue in qua… di Filippo Baldinucci (Firenze, 1845) [5]. Scrive così il Tonini:

«… nel farsi l’anno 1626 certo lavoro al di fuori, sotto il loggiato, nel muro che risponde a questa lunetta, l’indiscretezza de’ muratori fu tale, che ai loro colpi di martello rintronandone il muro, cadde lo scialbo di questa pittura là ove appunto rimanevano con la testa quelle due figure stanti, l’una di verde, l’altra di pavonazzo vestite» [6].

Ecco dunque il motivo della crepatura tutt’intorno ai volti. Ma come possiamo vedere, i volti sono ancora al loro posto, grazie all’intervento dell’artista Domenico Cresti, detto il Passignano (1558/59-1638), già autore di alcune opere presenti alla Santissima Annunziata. Continua infatti il Tonini:

«… Trovandosi presente il Passignano, solito in questo chiostro studiare e dipingere, e’ raccolse di terra i frammenti del muro caduti, e con tale accuratezza e maestria li ripose al suo luogo, che, chi non ha notizia del fatto o non vi ponga singolare attenzione, non si avvede di alcun difetto»[7].

L’accuratezza e la maestria del Passignano indicano come anche i restauri a volte diventano opere d’arte.

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com



[1] cfr. Benedizionale di San Filippo Benizi, 1987, p. 13
[2] Legenda “Vulgata”,  26
[3] Legenda “Perugina”, 29.
[4] Giorgio Vasari, Le Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani da Cimabue, insino a’ tempi nostri, Firenze [1550-1568], 1966-1987, IV, p. 349.
[5] Filippo Baldinucci, Notizie de Professori del disegno da Cimabue in Qua…, Firenze 1702, pp. 136-137.
[6] Il Santuario della Santissima Annunziata di Firenze. Guida storico-illustrativa compilata da un religioso dei Servi di Maria, Firenze 1876, p. 16.
[7] Ibidem.