lunedì 2 dicembre 2013

Asterischi - TV2000 “Volti e storie dal Santuario della SS. Annunziata di Firenze"



Nei giorni 25-29 novembre sul canale televisivo TV2000, alle ore 16,30 veniva dedicato un piccolo spazio intitolato “Volti e Storie dal Santuario della Santissima Annunziata a Firenze”.
Registrato agli inizi di novembre, nel corso delle registrazioni venivano mostrati ampi squarci di vita quotidiana del Santuario fiorentino, inframezzati da testimonianze di tante persone che fanno del rapporto con la SS. Annunziata un punto importante nel proprio cammino di fede cristiana.
Per quanti non avessero potuto vederlo, i video delle puntate sono presenti su YouTube ai link che riportiamo di seguito:
Buona visione a tutti…

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com

Primo sguardo - Calendarium Liturgicum OSM 2013-2014



Ordo Celebrandi Officium Divinum et Missam Secundum Calendarium Romanum Generale et Proprium Ordinis Fratrum Servorum Beatae Mariae Virginis pro anno liturgico 2013-2014 fratris Gottfried M. Wolff prioris generalis iussu editus, Roma, Curia Generale O.S.M. 2013. 256 pp. 16,5 cm.

Perpetuando un impegno ormai consolidato negli anni, viene messo a disposizione per uso interno il Calendarium Liturgium proprio dell’Ordine dei Servi di Maria, curato dalla C.L.I.O.S. (Commissio Liturgica Internationalis Ordinis Servorum)
Questo piccolo volume di agile consultazione svolge una funzione di “bussola” liturgica, per quanti desiderano celebrare con attenzione durante il corso dell’anno, implementando all’interno del Calendario Romano il proprio dei Servi di Maria, oltre ad ulteriori utili indicazioni regionali. Da diversi anni inoltre si sottolineano alcune ricorrenze particolari riferite alla Famiglia dei Servi di Maria. Per l’anno liturgico 2013-2014 abbiamo le seguenti:
- Al 4 dicembre, viene ricordato il 50° anniversario della promulgazione della Costituzione Sacrosanctum Concilium sulla sacra liturgia del Concilio Vaticano II;
- Il 5 gennaio, si menziona il 50° anniversario dello storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Ortodosso Atenagora I a Gerusalemme;
-  Al 27 gennaio, si ricordano il centenario della presenza dei Servi di Maria in Swaziland;
- Il 19 aprile, viene ricordato il VII centenario della morte di fra Andrea Balducci, settimo priore generale dell’Ordine dei Servi. Nel corso del suo priorato, l’Ordine ricevette da papa Benedetto XI la bolla di approvazione definitiva Dum Levamus (1304);
- Il 7 maggio viene segnalato il primo centenario della morte Suor Maria Magherita Ferraretto (1839-1914) cofondatrice delle Suore Serve di Maria Riparatrici;
- Al 28 maggio, viene menzionato il 50° anniversario dell’aggregazione dell’Istituto Secolare Servitano (Servite Secular Institute) all’Ordine dei Servi di Maria;
- Il 18 giugno si ricorda il 150° anniversario dell’aggregazione delle Suore Serve di Maria di Cuves/Londra all’Ordine dei Servi di Maria;
- L’11 luglio, si menziona il 50° anniversario della morte di Suor Mary Boniface Hayes cofondatrice dell’Istituto delle Suore Serve di Maria di Ladysmith;
- L’11 ottobre l’Ordine dei Servi di Maria ricorda il 150° anniversario dell’inizio della sua presenza in Inghilterra;
- Infine il 21 novembre, si ricorda il 50° anniversario della proclamazione del titolo «Madre della Chiesa» dato alla Beata Vergine Maria da papa Paolo VI nel corso della celebrazione di chiusura della Terza Sessione del Concilio Vaticano II.
Occorre ancora segnalare come, rispetto all’edizione 2012-2013, questo Calendarium Liturgicum veda alcune aggiunte grafiche:
- le solennità del 25 marzo (Annunciazione del Signore) e del 15 agosto (Assunzione della B.V. Maria) e la solennità propria dell’Ordine per il 15 settembre (B. V. Addolorata) sono state maggiormente messe in risalto con l’aggiunta di una piccola foto riguardante la ricorrenza.
- le quattro domeniche del tempo d’Avvento e un piccolo spazio dopo il 24 dicembre, sono segnalati tramite un piccolo disegno raffigurante una tipica corona d’avvento.
L’importanza di questo si giudica nell’utilizzo di ogni giorno. Questo Calendiarium Liturgicum mantiene intatte due importanti qualità:
- dimensioni compatte (cm 11,6 x 16,5; 2 cm di spalla) a fronte di un leggero aumento di pagine (8 in più rispetto all’edizione precedente);
- facilità di utilizzo in ogni periodo dell’anno con ricorrenze liturgiche proprie dell’Ordine segnalate con efficacia da appositi segnali; segnali forse meno chiari nella distinzione tra feste mariane (un giglio per le ricorrenze mariane del Calendario romano; una piccola rosa per quelle regionali).
Su queste basi il giudizio non può essere che positivo per questa edizione del Calendarium Liturgicum. Avendo così a disposizione un buon strumento starà ora ad ogni membro dell’Ordine dei Servi di Maria come di tutta la Famiglia Servitana farne un buon utilizzo.

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com

sabato 29 giugno 2013

Asterischi - Firenze, SS. Annunziata. Restauro di una tela di «Memoria ex-voto»



Il giorno 3 giugno 2013, presso la sala dell’Annunciazione nel convento della SS. Annunziata di Firenze è stata presentata la tela di “memoria ex-voto” di Iacopo Vignali (1592-1664) dal titolo “Giovanni affogando, viene liberato visibilmente dalla B. Vergine Annunziata” restaurata a cura dello Studio 4, su interessamento della sede fiorentina dell’International Inner Wheel.
Dopo un breve intervento della presidentessa del Club, Gianna Maltagliati, i restauratori hanno indicato alcuni passaggi del lavoro compiuto: la tela infatti risultava costituita da tre pezzi di tela già strappate a suo tempo, oltre alla presenza di un serie di toppe; nel lavoro è stato recuperato il telaio, quindi si è proceduto alle fasi di ritelatura, pulitura e rifoderatura del quadro, per poi passare ai procedimenti di decorazione e riverniciatura.
I successivi interventi della dott. Cristina Acidini, soprintendente della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, della dott. Brunella Teodori, Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale della città di Firenze, e del p. Gabriele M. Alessandrini, priore conventuale hanno sottolineato l’importanza del recupero di questa tela e del particolare valore artistico e religioso costituito dalle serie di “memorie ex-voto” del convento fiorentino.
 
Volendo dare qualche ulteriore particolare, diciamo subito che la tela restaurata appartiene alla raccolta di “memorie ex-voto” conservata nel convento della SS. Annunziata. Su questa raccolta e sulle circostanze che portano alla sua realizzazione, esiste un ottimo saggio del p. Eugenio M. Casalini dal titolo Le tele di «memoria ex-voto»[1].Questa raccolta si compone di una trentina di dipinti databili tra l’inizio del secolo XVII e il XVIII, realizzati per perpetuare il ricordo di ex voto precedenti andati distrutti. Si può notare che i dipinti più antichi vanno inseriti nell’ambito di un programma religioso di riscoperta e persuasione devozionale avviato dai Servi di Maria attraverso le immagini dei miracoli ottenuti per intercessione della SS. Annunziata. Infatti, verso la fine del Cinquecento, nel clima di riforma dei mezzi espressivi della devozione promossa dal Concilio di Trento, gli ex voto in cera, cartapesta e gesso presenti nel santuario fin dalle sue origini vennero progressivamente distrutti per essere sostituiti da tele dipinte le quali, unite a didascalie esplicative, vennero ritenute un più valido strumento di catechesi e, di conseguenza, di diffusione delle virtù taumaturgiche dell’immagine della SS. Annunziata.
Occorre notare come, a differenza dei precedenti ex voto, queste tele non venivano offerte dai fedeli come testimonianza personale delle grazie ricevute, ma erano fatte dipingere dai religiosi dell’Ordine dei Servi di Maria in memoria dei miracoli passati e presenti. Inoltre queste tele non erano collocate stabilmente nella chiesa ma piuttosto venivano esposte annualmente ai fedeli nel chiostro grande del convento ogni 25 marzo, in occasione della festa dell’Annunciazione. Le tele più antiche vennero realizzate da artisti come Antonio Circignani, Antonio Tempesta, Fabrizio Boschi, fra Arsenio Mascagni, Iacopo Callot, Iacopo Vignali, Lorenzo Lippi, Matteo Rosselli, Pietro Anichini ed altri; alla fine del secolo XVII dodici altre “memorie ex-voto  vennero eseguite da Camillo Sagrestani, nel XVIII un altro dipinto da Gaetano Piattoli.

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com



[1] E. Casalini, Le tele di «memoria ex-voto» in idem, La SS. Annunziata di Firenze, Studi e documenti sulla chiesa e il convento (Biblioteca della Provincia Toscana dell’Ordine dei Servi di Maria, 1), Firenze, SS. Annunziata (1971), pp. 49-66 [testo]; 67-70 [elenco delle tele]

sabato 4 maggio 2013

Asterischi - Padova, restauro del Crocifisso quattrocentesco della Chiesa di Santa Maria dei Servi



La 'deposizione' del crocifisso
Dal 2 maggio 2013, il crocifisso quattrocentesco della Chiesa di Santa Maria dei Servi a Padova è stato tolto dalla sua nicchia a fianco dell’altar maggiore per un ciclo di restauro. Al momento presente si trova a Udine, presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia. Scopo di questo “prelievo” è il recupero della “policromia”, ossia dei colori originali di questo crocifisso in legno, recentemente attribuito alla mano di Donatello[1]. La presenza di questa “policromia” è stata accertata attraverso una serie di rilievi e analisi stratigrafiche. Le varie ridipinture nel corso dei secoli ne avevano celato la presenza fino ad arrivare all’ultima ridipintura bronzea del 1850 che fa assomigliare questo crocifisso più ad un lavoro di fusione che a un crocifisso ligneo.
I lavori per questo crocifisso sono stimati in circa diciotto mesi, al termine dei quali … torneranno vivi “colori” quattrocenteschi…

San Pellegrino e il cieco risanato [Schede per l'iconografia del santorale OSM]


     L’iconografia propria di san Pellegrino Laziosi si riferisce ad un particolare soggetto: quello cioè di Pellegrino, sorretto da angeli, nel momento in cui Cristo scende dalla Croce per sanargli la gamba malata. Sviluppato a partire dall’episodio narrato nella sua Legenda (n. 7)[1], questo tema iconografico si afferma a partire dal XVII secolo, risultando il più facilmente rintracciabile.
Non mancano però alcune eccezioni, quali ad esempio il tema della guarigione del cieco dopo la morte di Pellegrino. Una di queste è presente nel Cappella del Capitolo del Convento della SS. Annunziata di Firenze[2]. Per chi entra nella cappella, il medaglione raffigurante san Pellegrino si trova sulla parete sinistra ed è il più vicino all’altare. La scritta sul cartiglio è la seguente: “B. Peregrinus Foroli. ex feretro surgens caeco lumen restituit”.
L’episodio riportato trae spunto da uno dei miracoli ottenuti per intercessione da san Pellegrino dopo la sua morte. Così la Legenda di Pellegrino ricorda il vasto eco prodotto dalla morte del santo: “Mentre la sacra dimora di quell'anima già trionfante giaceva nella bara, posta nel coro, come se la morte del santo fosse stata annunciata da banditore, era conosciuta da tutti i forlivesi, i quali ambivano tutti vedere le reliquie venerande deposte nel coro. Da ogni dove, per tutte le porte della città, si accalcavano gli abitanti del contado spinti dalla fama di quel servo di Dio; tanto che in quella notte, per la moltitudine irrompente, non fu possibile chiudere le porte della città” (n. 9). La notizia agiografica su Pellegrino tratta dal Chronicon… (1567) di Michele Poccianti aggiunge un altro particolare: “Mentre il venerato corpo viene portato in mezzo al tempio dei Servi per le sacre esequie, secondo consuetudine, all'improvviso si diffonde un fortissimo odore, la cui fragranza risana alcuni infermi presenti”[3].
L’eco della morte di Pellegrino richiama anche molti infermi al feretro. Tra questi uno in particolare: “Restando il corpo del beato Pellegrino esposto in coro, si appressò supplichevole alle sacre reliquie un poveraccio - mendicante e cieco - implorante dal profondo del cuore di riacquistare la vista”. (Legenda, 10). “Saputo ciò, un cieco accorre umilmente presso le sacre spoglie e supplice prega l'amico di Dio che si degni di restituirgli la luce”. (Chronicon…). Possiamo notare al centro della scena raffigurata, il cieco inginocchiato vicino al feretro di Pellegrino, mentre tende le braccia in segno di supplica al santo. Nella mano destra stringe ancora un bastone. E la sua preghiera viene ascoltata…
Scrive così il Borghese: “O infinita potenza e grazia di Dio, che ti manifesti nei tuoi servi! Si levò allora il corpo beato e, di fronte alla folla innumerevole, con un segno di croce benedì quel cieco; e subito dagli occhi di lui furono viste cadere come delle squame” (cfr. Tb 11, 8.12). (Legenda, 10). Anche il Poccianti segue la trattazione: “E, fatto inaudito! il Servo della Vergine si alza e con il segno della croce lo benedice. Subito le cateratte caddero dai suoi occhi … “(Chronicon…). Nella sua raffigurazione del prodigio, il Bonechi coglie l’attimo di maggiore intensità. Sulla sinistra, notiamo come dal feretro Pellegrino, già morto, si risollevi e volgendo lo sguardo sul cieco supplice tende la mano destra sugli occhi di lui per tracciarvi il segno di croce guaritore.
Alla destra possiamo notare i fedeli presenti, sbigottiti da un simile portento ma anche un altro infermo che si regge ad un bastone approssimandosi verso il feretro di Pellegrino. L’episodio si chiude infatti nello stupore e nella gioia dei presenti per il prodigio: “Il già cieco gridò esultante per la gioia e di fronte a tutti dichiarò di vederci bene; egli, poi, dopo aver ringraziato Dio e il beato Pellegrino, felice se ne andò”(Legenda, 10); “la folla presente lodò Iddio che è così meraviglioso nei suoi Santi” (Chronicon…).

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com


[1] La Legenda originaria di Pellegrino risulta ad oggi irreperibile. In questo caso si fa riferimento ad una trascrizione umanistica ad opera di Niccolò Borghese (1432-1500) redatta all’incirca nel 1483, che compendia la Legenda originaria. Per il testo latino si veda Vita beati Peregrini Foroliviensis Ordinis Servorum sanctae Mariae a Nicolao Burgensio equestri clarissimo edita, [ed. P. Soulier], in Monumenta OSM IV, p. 58-62. Riproduzione, con una traduzione italiana a cura di P. M. Branchesi, in appendice a A. M. Serra, Santorale antico dei Servi della provincia di Romagna, Bologna 1967, p. 109-119. Più recentemente, la stessa traduzio del Branchesi è ripresa in Fonti Storico-Spirituali OSM I, Vicenza 1998, pp. 379-386.
[2] Costruita nel 1384, questa cappella appartenne inizialmente alla famiglia Macinghi. Nel 1722, per volere del p. Pier Antonio Rossi, la Cappella venne riammodernata su disegno di Gioacchino Fortini (1670-1736) e ridenominata Cappella del Capitolo, dal momento che in essa i frati tenevano i loro capitoli comunitari. Decorazioni e affreschi sono opera degli artisti Antonio Puglieschi (1660-1732) e Matteo Bonechi (1669-1756). Proprio al Bonechi appartengono la serie di otto medaglioni a tempera che decorano le pareti laterali della Cappella. Ognuno di questi medaglioni raffigura un particolare beato dell’Ordine dei Servi e un prodigio operato da questi.
[3] I passi del Chronicon… che qui riportiamo di seguito sono ripresi dalla traduzione del testo latino apparsa con il titolo La Legenda breve di S. Pellegrino (1528) in La SS. Annunziata Pubblicazione bimestrale del santuario di firenze. Anno XV - Numero 6. Novembre-Dicembre 1995, p. 5. Il testo originale in lingua latina tratto dal Chronicon... di Michele Poccianti (1567) si trova in Monumenta OSM XII, pp.72-74.

giovedì 2 maggio 2013

Note e indicazioni circa la "Bibliografia dell'Ordine dei Servi" [Elaborazioni & Progetti OSM]

I tre volumi della Bibliografia OSM
L’uscita dell’ultimo numero della rivista Studi Storici dell’Ordine dei Servi di Maria 2013, dedicato alla prosecuzione della Bibliografia Servitana, offre l’occasione per fare un breve punto della situazione riguardo a questo programma.  Come detto nella recensione dei Studi Storici OSM questa Bibliografia servitana è in una qualche maniera collegata ad un ambizioso progetto, in dieci volumi, per una bibliografia globale dell’Ordine dei Servi di Maria dai primi Incunabola fino al 1965. Ne diamo allora alcune indicazioni più elaborate.
Primi passi per l’elaborazione di una Bibliografia dell’Ordine dei Servi si trovano in un saggio a cura di p. Giuseppe M. Besutti dal titolo Appunti preliminari per una bibliografia servitana in Studi Storici OSM, 5 (1953), pp. 149-183. Anni più tardi, lo stesso Besutti curò il volume Ricerche di bibliografia servitana [Bibliotheca servorum veneta, 3 sussidi], Vicenza 1964.
Questi due primi lavori costituiscono la base sulla quale si organizzerà il lavoro per la Bibliografia O.S.M. Il progetto venne assunto dal Centro di Studi OSM di Bologna diretto da p. Pacifico M. Branchesi, proponendo un piano d’opera in otto volumi, poi saliti a dieci[1]:
1.      Repertori e sussidi generali. Edizioni del secolo XV (1476-1500)
2.      Edizioni del secolo XVI (1501-1600)
3.      Edizioni del secolo XVII (1601-1700)
4.      Edizioni del secolo XVIII (1701-1800)
5.      Edizioni del secolo XIX (1801-1900)
6.      Edizioni del secolo XX (1901-1970)
7.      Sarpiana (secoli XVI-XX)
8.      Manoscritti (secoli XIV-XVI)
9.      Manoscritti (secoli XVII-XX)
10.  Aggiunte e Indici.
Il progetto iniziale prevedeva che i volumi 3-4 e 5-6 fossero editi insieme, ma l’indubbia mole bibliografica suggeri la divisione in due volumi. Di questo progetto vennero editi i seguenti volumi:
-   Bibliografia dell’Ordine dei Servi I, Repertori e sussidi generali. Edizioni del secolo XV (1476-1500) [Bibliotheca Servorum Romandiolae 4], Bologna 1971, 266 pp. Curata dal Besutti, questo testo riprende e unifica, talvolta ampliandoli, i precedenti lavori del 1953 e 1964[2]. Completa il tutto il saggio di p. Aristide Serra dal titolo Memoria di fra Paolo Attavanti, pp. 213-254[3]
-      Bibliografia dell’Ordine dei Servi II, Edizioni del secolo XVI (1501-1600) [Bibliotheca Servorum Romandiolae 5], Bologna 1972. Il volume venne curato dal Branchesi e completato da un saggio di p. Davide M. Montagna dal titolo Studi e Scrittori nell’Osservanza dei Servi pp. 295-313.
-        Bibliografia dell’Ordine dei Servi III, Edizioni del secolo XVII (1601-1700) [Bibliotheca Servorum Romandiolae 6], Bologna 1973. Ancora curato dal Branchesi, il volume viene completato da un saggio del Montagna dal titolo Fra Arcangelo Giani annalista dei Servi (1522-1623), pp. 455-521.
Questi tre volumi costituiscono uno strumento importante di ricerca per quanti s’interessano all’Ordine dei Servi di Maria. Sono inoltre volumi particolarmente curati, impreziositi opportunamente da illustrazioni del periodo esaminato e completati da interessanti saggi tematici. Le difficoltà del progetto probabilmente si devono alla mole di lavoro che già portavano nel 1973 a rivedere parzialmente il piano dell’opera. Se si osserva il massiccio volume terzo di quest’opera ci si può solo domandare che cosa sarebbe venuto fuori nel quarto. D’altra parte, sia nel secondo che nel terzo volume il Branchesi informava di non aver potuto completare la ricerca, che poi contava di recuperare nell’ultimo volume di aggiunte.
Il progetto si ferma con il terzo volume. Una laconica nota (n. 7) a p. 208 degli Studi Storici OSM 34 (1984), informa circa l’esistenza dal 1974 di una bozza di stampa del quarto volume della Bibliografia dell’Ordine dei Servi. Di questo volume quarto non si è mai arrivati alla pubblicazione. Un testo importante per capire la valenza della Bibliografia OSM è la presentazione di Boris Ulianich al progetto in un articolo La Bibliografia dell’Ordine dei Servi. Note e postille in Studi Storici OSM 25 (1975), pp. 351-360. Ancora, parte del lavoro per il volume settimo, dedicato alla bibliografia Sarpiana si ritrova in:
-         Rassegna Sarpiana prima in Studi Storici OSM 25 (1975), pp. 337-350;
-         Rassegna Sarpiana seconda in Studi Storici OSM 26 (1976), pp. 324-346;
-         Rassegna Sarpiana terza in Studi Storici OSM 27 (1977), pp. 181-202.
Arenandosi il programma bolognese, non venne però meno il desiderio di continuare in qualche maniera ad offrire indicazioni bibliografiche sull’Ordine dei Servi. Comparvero così all’interno di Studi Storici OSM alcune annate dedicate alla Bibliografia Servitana. Questo è l’ordine di edizione:
- Bibliografia Servitana 1965-1976 in Studi Storici OSM 28 (1978), pp. 5-221, curata dal Besutti. Edito nel 1979 come volume separato.
- Bibliografia Servitana 1977-1992 in Studi Storici OSM 48 (1998), curata da p. Conrad M. Borntrager. Edito nel 1999 come volume separato.
-    Servite Bibliography 1993-2000 in Studi Storici OSM 53 (2003), pp. 57-399, curata dal Borntrager. Al volume venne premesso un breve saggio orientativo del Branchesi dal titolo Indice di «Monumenta Ordinis Servorum sanctae Mariae» 1897-1930, pp. 7-56
-       Bibliografia Servitana 2001-2007 in Studi Storici OSM 2013, curata da p. Silvano M. Danieli.

Concludendo, vale la pena di formulare un auspicio per la prosecuzione del progetto di una Bibliografia O.S.M. Infatti non è impossibile che il progetto della Bibliografia O.S.M. riprenda. La presenza di una bozza di stampa del volume quarto, suggerirebbe quantomeno la sua pubblicazione. Inoltre, la presenza di strumenti e database informatici possono essere di valido aiuto per l’impostazione dei volumi restanti. Resta da capire la mole bibliografica presente e se vi sarà la necessità di rivedere ulteriormente il piano d’opera, fermo restando la necessità di un edizione propria.


fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com



[1] Il piano dell’opera compare sulla controcopertina dei volumi 4-5-6 della Bibliotheca Servorum Romandiolae. Sui volumi 4 e 5 l’opera è indicata in otto volumi, mentre sul 6 vi è la suddivisione riportata
[2] Di questa parte venne poi pubblicato Repertori bio-bibliografici e sussidi generali O.S.M. in Studi Storici OSM 21 (1971) pp. 47-89
[3] Già presente in Repertori di Bibliografia servitana … (1964), questo testo verrà pubblicato anche in Studi Storici OSM 21 (1971) pp. 47-89, a prova della bontà dello scritto.



giovedì 18 aprile 2013

Primo sguardo - Bibliografia servitana 2001-2007 per Studi Storici OSM 2013



Studi Storici dell’Ordine dei Servi di Maria, Volume 63, Roma, 2013. 328 pp. 24 cm.

Con questo numero, la rivista Studi Storici dell’Ordine dei Servi di Maria raggiunge l’ottantesimo anno di pubblicazione. Un traguardo quanto meno lodevole, conseguito grazie alla tenacia e alla perseveranza di molti frati e altri studiosi della storia dell’Ordine dei Servi di Maria nel portare avanti un iniziativa che, come scriveva il p. Raffaele Taucci nel primo numero del 1933, «tratti esclu­sivamente della sua storia, e che, in conformità delle più recenti indagini, ne illustri le vicende, ne faccia conoscere l'attività, le varie opere e persone che in sette secoli di vita lo resero stimato e fecondo». E ancora il Taucci specificava il programma editoriale di Studi Storici indicando che «tutto quello che si riferisce alla storia dell'Ordine dei Servi di Maria può trovare accoglienza in queste pagine: illustrazione di Santi, di uomini notevoli per virtù, scienza, apostolato; leggi, riti, culto, istituzioni, pratiche devote promosse dall'Ordine o da esso promananti; monumenti, chiese, conventi, libri, avvenimenti, attività esplicata dall'Ordine nei sette secoli della sua vita, tutto può esser oggetto di studio, e trovar qui posto». Riguardando le varie annate degli Studi Storici si può ben dire che il programma editoriale indicato dal Taucci sia stata perseguito con una certa costanza.
Veniamo ora a questo 63° volume di Studi Storici, dedicato alla prosecuzione della Bibliografia Servitana. Questa Bibliografia servitana è in una qualche maniera collegata ad un ambizioso progetto, in dieci volumi, per una bibliografia globale dell’Ordine dei Servi di Maria dai primi Incunabola fino al 1965. Iniziato negli anni settanta, a cura del Centro di Studi O.S.M. di Bologna, con un preciso programma editoriale, detto progetto si fermò dopo la pubblicazione di tre volumi arrivando fino al 1699. Arenatosi il programma bolognese il progetto venne in qualche modo ripreso all’interno degli Studi Storici che in tre annate (1978, 1998 e 2003) coprì i seguenti anni: 1965-1976, 1977-1992; 1992-2000. In questo volume si aggiunge un segmento temporale che comprende gli anni tra il 2001 ed il 2007. Non a caso la rassegna bibliografica copre il periodo del primo sessennio di generalato del p. Angel M. Ruiz Garnica, per l’appunto 2001-2007, in quanto si cerca una migliore cadenza editoriale. Inoltre, con questo numero viene inaugurata una collaborazione con la Biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” per la compilazione della Bibliografia Servitana.
Il pregio di questa Bibliografia Servitana è indubbiamente quello di costituire uno strumento utile di ricerca, a patto che venga opportunamente proposto all’attenzione degli studiosi. Il materiale risulta poi suddiviso con ordine dando spazio ai vari tipi di pubblicazioni edite dall’Ordine dei Servi di Maria. La presenza di un prezioso indice analitico al termine del volume agevola decisamente la consultazione.
Per contro la pubblicazione della Bibliografia Servitana all’interno degli Studi Storici presenta alcuni particolari limiti. Infatti, se non viene adeguatamente spiegata e portata all’attenzione dei frati e di quanti s’interessano dell’Ordine dei Servi di Maria, questa Bibliografia Servitana, corre il rischio di rimanere “affogata” all’interno della schiera degli altri volumi di Studi Storici. Probabilmente, una migliore edizione sarebbe stata come pubblicazione indipendente, come peraltro era stato fatto per gli anni 1965-1976, sulla falsariga della similare Bibligrafia Mariana, sempre curata dalla Biblioteca del “Marianum”.
Sarebbe poi auspicabile inserire almeno un saggio di ricerca tematica, anche per offrire una ragione in più per consultare il volume. Ad esempio, prendendo in esame il precedente volume dedicato alla Bibliografia servitana, ossia Studi Storici 2003, si notava un interessante saggio introduttivo dedicato ai Monumenta OSM.
Ad ogni modo, questa serie di considerazioni non inficia il solido lavoro di rassegna bibliografica messo a disposizione all’interno di questo volume. Esso risulta un ottimo strumento di lavoro per quanti desiderano conoscere qualcosa di più rigurdo all’Ordine dei Servi di Maria. E alla rivista studi Storici, nel suo 80° anniversario di pubblicazione auguriamo “ad multos annos”…

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com


domenica 24 marzo 2013

Primo sguardo - Albino Luciani (Giovanni Paolo I) presenta ... sant'Antonio Maria Pucci



Luciani, mons. Albino, Sant’Antonio Maria Pucci dei Servi di Maria. Modello di Parroco. Napoli, 2013. 16 pp. 21 cm.

Nell’ambito delle iniziative per il 50° anniversario della Canonizzazione (9 dicembre 1962) di Sant’Antonio  Maria Pucci (1819-1892), serve dar merito alla Comunità di Santa Maria del Parto a Mergellina (Napoli) per la ristampa di un testo di mons. Albino Luciani (1912-1978), poi papa Giovanni Paolo I, dedicato alla figura di Sant’Antonio Maria Pucci.
Nominato “Papa del Sorriso”, Albino Luciani si distinse per un particolare talento oratorio che sapeva ben amalgamare una grande cultura ad uno stile semplice e diretto. In particolare, rimangono nella memoria le quattro catechesi nelle udienze del mercoledì nel corso del suo breve pontificato oltre alla raccolta di lettere aperte denominata Illustrissimi (1976).
Anche in questo discorso commemorativo che mons. Albino Luciani, al tempo vescovo di Vittorio Veneto, tenne ai parroci della Diocesi di Vicenza il 21 maggio 1963, nella Sala di Paolo Veronese del nostro convento di Monte Berico, non viene meno uno stile semplice e efficace.
Il discorso si imposta su tre punti: il santificare, l’insegnare e il governare del “Curatino”. Ed ecco vengono così proposte all’attenzione dell’uditorio note sulla vita del “Curatino” e sul suo impegno nella parrocchia di Sant’Andrea a Viareggio; sull’impegno del parroco come “maestro di religione” e come esempio per quanti incontrava; sul regimen del parroco e sulle tante opere avviate per la sua parrocchia. Tratti semplici ma molto efficaci. Con un messaggio finale: «Vediamo di far combaciare con il suo, il santificare, l’insegnare, il governare nostro. Dio ci aiuti a imitare bene. E cerchiamo di non capovolgere l’ordine: prima di tutto deve venire il santificare, poi l’insegnare, il governo viene ultimo! Ma in questo governo, preceda l’esempio; dopo, l’organizzazione e le opere!».
Un’ultima nota va dedicata nuovamente alla Comunità di Santa Maria del Parto a Mergellina. La ristampa di questo discorso, muove i passi dal ritrovamento casuale del testo nell’Archivio dell’ex-provincia della Italia Meridionale a Saviano. Ben vengano allora questi ritrovamenti, oltre alla capacità di saperli valorizzare e divulgare nella giusta maniera. E pieno merito a chi s’impegna in tal senso…

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com


lunedì 18 marzo 2013

Primo sguardo - Un utile "fac-simile" per la Legenda de Origine



Toniolo, Ermanno M. (a cura di), Legenda de Origine Ordinis fratrum Servorum Virginis Mariae. Fac-simile, trascrizione, traduzione italiana. Roma, Centro di cultura mariana «Madre della Chiesa», 2013. 88 pp. 29,7 cm.

In vista della prossima celebrazione del capitolo generale dell’Ordine dei Servi di Maria, risulta  oltremodo gradita e di grande interesse questa nuova edizione della Legenda de Origine, a cura di Ermanno M. Toniolo. Non si tratta di una ‘prima’ in quanto già nel 1982, in prossimità del 750° anniversario dell’Ordine, lo stesso Toniolo rilasciava alle stampe tre particolari edizioni della Legenda de Origine: una con trascrizione latina e traduzione italiana, una solo con testo italiano e una terza ancora solo con testo italiano ma con un formato praticamente tascabile.
Tuttavia tra le diverse edizioni sia della Legenda de Origine quanto delle altre legendae agiografiche dell’Ordine dei Servi, quest’ultima presenta diversi motivi di curiosità. Il curatore la presenta come il tentativo di un fac-simile dell’unica copia della Legenda de Origine pervenuta fino a noi. In tal maniera, dopo una prima presentazione sommaria del testo, abbiamo 18 tavole a colori che riproducono il testo della Legenda de Origine, conservato presso la sezione storica dell’Archivio generale OSM a Roma. Le tavole sono davvero di ottima qualità e il formato della pagina permette di apprezzare bene il testo. Risulta così possibile notare che il testo sia sbiadito in più punti e di conseguenza la lettura ne risulti decisamente più difficile, come ad esempio nella pagina iniziale. Sfugge invece il fatto che la pergamena su cui è trascritta la Legenda de origine è un palinsesto, di cui sull’originale si possono notare dei tratti. Ben visibili invece sono alcuni preziosi particolari per lo studio del testo quali le annotazioni di fra Arcangelo Giani (+1623), annalista dei Servi.
Conclusa la riproduzione in fac-simile, dalla pagina 25 segue la trascrizione del testo ripresa sull’edizione critica curata da fra Agostino Morini per Monumenta OSM I (1897), pp. 53-60 [introduzione] 60-106 [testo]. In questo caso, spicca il criterio di impaginazione che cerca di essere più fedele possibile all’impaginazione del testo antico. A pagina 45 inizia il testo della traduzione italiana della Legenda de Origine, mantenendo ancora una suddivisione in due colonne. La traduzione è ancora quella curata da Dino Pieraccioni per il Codice Mariano. La «Legenda de Origine Ordinis Servorum Virginis Mariae». Versione, commento e testo (1951) di Alessio M. Rossi (+1968).
Ritorniamo brevemente sulla presentazione di questo edizione della Legenda de Origine per indicare alcune osservazioni. Di certo la finalità di questo lavoro era riprodurre il testo tramite fac-simile, trascrizione e traduzione italiana. Tuttavia, la presentazione ci è sembrata un po’ scarna, quasi all’osso. In merito, sarebbe bastato riportare alcune osservazioni fatte dal Taucci nel suo Della “Legenda” dell’Origine dell’Ordine e del suo Autore, apparso in Studi Storici OSM 1 (1933), pp. 195-207. Anche riguardo all’autore e alla composizione del testo, si sarebbe potuto far di più. Le ricerche di Peregrine M. Graffius, Aristide M. Serra e Franco Dal Pino sulla Legenda de Origine testimoniano una lunga composizione letteraria del testo che andrebbe maggiormente valorizzata e studiata. Sempre sotto questo punto di vista probabilmente sarebbe risultato utile dedicare almeno un paio di pagine di riferimenti bibliografici o almeno riportare alcuni tra i migliori studi dedicati alla Legenda de Origine.
Detto questo, occorre accogliere con grande favore questa edizione della Legenda de Origine e dedicargli una giusta e meritata attenzione. Riproporre documenti e memorie utili per la riflessione sia storica quanto spirituale dell’Ordine dei Servi di Maria dovrebbe avere costante sostegno ed essere proposto all’attenzione nel cammino di ogni frate, tanto nella sua formazione iniziale quanto in quella permanente (cfr. Costituzioni OSM, art. 136.162). E all’instancabile p. Ermanno M. Toniolo rivolgiamo un cordiale ringraziamento per questo suo dono…

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com