sabato 4 maggio 2013

Asterischi - Padova, restauro del Crocifisso quattrocentesco della Chiesa di Santa Maria dei Servi



La 'deposizione' del crocifisso
Dal 2 maggio 2013, il crocifisso quattrocentesco della Chiesa di Santa Maria dei Servi a Padova è stato tolto dalla sua nicchia a fianco dell’altar maggiore per un ciclo di restauro. Al momento presente si trova a Udine, presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia. Scopo di questo “prelievo” è il recupero della “policromia”, ossia dei colori originali di questo crocifisso in legno, recentemente attribuito alla mano di Donatello[1]. La presenza di questa “policromia” è stata accertata attraverso una serie di rilievi e analisi stratigrafiche. Le varie ridipinture nel corso dei secoli ne avevano celato la presenza fino ad arrivare all’ultima ridipintura bronzea del 1850 che fa assomigliare questo crocifisso più ad un lavoro di fusione che a un crocifisso ligneo.
I lavori per questo crocifisso sono stimati in circa diciotto mesi, al termine dei quali … torneranno vivi “colori” quattrocenteschi…

Il crocifisso allo stato attuale
  La storia di questo crocifisso è legata ad un particolare prodigio. Il 5 febbraio 1512, questa immagine del Cristo crocifisso a grandezza naturale inizio ad emanare sudore sanguigno sia dal volto che dal fianco, per la durata di quindici giorni. Grande fu lo sbalordimento di tutta la città di Padova, e molti cittadini accorsero alla Chiesa dei Servi, per dimostrare la propria devozione a tale prodigio. Tale prodigio tornò a ripetersi il 9 aprile dello stesso anno. Era il Venerdì Santo, è il prodigio continuò fino ai Vespri della Domenica di Pasqua. Questa volta il prodigio avvenne in tale quantità che i Padri poterono riempirne una piccola ampolla. Tale ampolla veniva conservata con grande pietà ed esposta alla venerazione pubblica ogni anno nel Venerdì Santo.
L’avvenimento venne autenticato con registrazione notarile e l’attestazione di molti testimoni, per essere conservato nell’Archivio della Curia Arcivescovile e presso la Confraternità del Crocefisso. Questa Confraternità venne costituita propria in seguito all’avvenimento il 18 maggio 1512, per l’opera del padre Maestro fra Domenico Dotto o Dotti (1478-1548)[2].
È interessante notare come questo prodigio sembra aver causato una sorta di amnesia collettiva, nei riguardi dell’autore del crocifisso. Il crocifisso si trasformò da opera d’arte in icona miracolosa, in reliquia, oggetto di devozione appassionata, suffragata dal portento, costringendo a dimenticare le mani che lo avevano fabbricato. Solo dopo il 2000, è stata riscoperta la paternità di Donatello per quest’opera.

Alcuni link utili in merito:
- circa i lavori di restauro del crocifisso si veda qui .
- in merito all’attribuzione del crocifisso a Donatello si veda qui e qui

fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com



[1] Probabilmente Donatello lo scolpì negli stessi anni in cui forgiò il Cristo di bronzo dell’altare del Santo, ossia tra il 1444 e il 1449.
[2] I Confratelli di questa Compagnia, arrichita di privilegi e indulgenze dalla Santa Sede, indossavano una veste nera; nel 1615 venne aggregata all’Arciconfraternita del SS. Crocifisso di San Marcello di Roma.


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