lunedì 12 dicembre 2016

"Conservare" e "consegnare" la memoria. Locali in ripristino per la SS. Annunziata di Firenze

P. Paolo M. Orlandini priore provinciale
e p. Gabriele M. Alessandrini priore conventuale
nei nuovi locali rinnovati
Il testo rinnovato delle Costituzioni dell'Ordine dei Servi di Maria prevede la presenza di un Archivista per il Fondo Storico tra gli Ufficiali Generali al art. 269/a, indicando in nota un rimando allo Statuto della sezione storica dell'Archivio Generale. Per quanto riguarda le province, il riferimento ad un responsabile per la custodia del patrimonio storico archivistico si può evincere dall'art. 220, nel quale si legge che la Provincia debba avere un numero di Ufficiali "corrispondenti" alle necessità di una efficiente amministrazione, delegando al Direttorio provinciale la determinazione del numero e delle competenze. Pur non essendo citata direttamente la figura di "archivista" per competenze a livello conventuale e provinciale emerge da una rilettura degli articoli 21 e 29 del nuovo Direttorio Generale dell'Ordine dei Servi. Nell'articolo 21 si fa riferimento espresso alla conservazione della documentazione della vita comunitaria presso un "archivio" sotto la responsabilità del priore che ne garantisce la conservazione e l'agibilità per gli studiosi. Nell'articolo 29 si fa riferimento alla documentazione provinciale e alla sua custodia nell'"archivio" della Provincia con un aggiunta particolare riguardo al "Fondo Storico". Tale "Fondo Storico" viene messo sotto la responsabilità di un frate, indicato come "competente", che ne garantisce la conservazione e l'agibilità per gli studiosi. 
Un momento della Benedizione dei nuovi locali
il 2 dicembre 2016.
Nell'articolo 21 ci si potrebbe domandare se non sia necessario indicare una specifica per i conventi cosiddetti "storici" nei quali la conservazione della memoria richiede la presenza di uno specifico ufficiale conventuale. Dall'articolo 29 si trae invece il bisogno di un indicazione più precisa riguardo al cosiddetto "Fondo Storico". Restano tuttavia di fondo due verbi alla base del lavoro dell'Ufficiale preposto all'Archivio: "conservazione" e "agibilità".
Una riflessione su questi due compiti farebbe lievitare a dismisura il contenuto di questo post. Perciò mi soffermo brevemente nell'indicare come per "conservazione" non s'intenda "accumulo" o "stoccaggio", semmai riconoscimento del valore di conservazione per ogni singolo pezzo archivistico. Per "Agibilità" invece vale il costante richiamo a non far diventare gli Archivi propri studi personali ma semmai luoghi di confronto e di scambio di conoscenza ed esperienza.
Il priore provinciale benedice la nuova attività...
Ma immagino già il consiglio: arriva al dunque. 
La premessa serviva per richiamare il compito degli Ufficiali preposti agli Archivi dell'Ordine dei Servi di Maria e per introdurre il risultato, o meglio un primo risultato, di un ampio progetto di recupero e ristrutturazione dell'Archivio conventuale della Santissima Annunziata di Firenze.
Convento originario dell’Ordine dei Servi di Maria, insieme a quello di Monte Senario, la SS. Annunziata di Firenze, in origine Santa Maria di Cafaggio, ha costituito per lungo tempo il più prezioso scrigno di documentazione per l’Ordine stesso, prima attraverso la Biblioteca e la Sagrestia e in seguito attraverso la formazione dell’Archivio Conventuale.
L’archivio conventuale si va formando gradualmente, probabilmente distaccandosi dalla Biblioteca tra il XV e il XVI secolo. Per certo, risulta a tutti gli effetti formato alla fine del secolo XVI quando Arcangelo Giani, annalista dell’Ordine, cita espressamente un «archivio della Nunziata di Firenze» nel suo Vera e certa Origine del Sacro Ordine dei Servi di santa Maria (Firenze, 1591).
Il Priore Generale OSM, p. Gottfried M. Wolff con
fra Emanuele M. Cattarossi responsabile dell'Archivio
della SS. Annunziata 
La funzione dell’archivio fiorentino resta sostanzialmente invariata almeno fino al secolo XVII, quando cede gradualmente la sua specifica di archivio generale in favore del costituito archivio del convento di San Marcello a Roma, sede della curia generalizia dell’Ordine dei Servi. Un interessante esperienza di conservazione si avrà con Raimondo Adami (1711-1792), già priore generale dal 1768 al 1774, e sull’opera collezionistica da lui intrapresa nell’ultimo periodo della sua vita. Va approfondito ancor oggi la portata dell’attività dell’Adami, peraltro svolta con la collaborazione di padre Costantino Battini, al quale passò in seguito la direzione del “Museo Adamiamo”. Tale collezione era raccolta in una zona del primo piano del secondo chiostro lungo il lato lungo della Biblioeca, oggi Istituto Geografico Militare. Resta ancora aperta la valutazione della consistenza della collezione. Già pochi anni dopo la morte dell’Adami, il Battini si trovò costretto a vendere una parte dei pezzi raccolti. Fu invece l’11 ottobre 1810 che si chiuse l’esperienza della “Galleria dei dipinti antichi”, quando gli incaricati del governo napoleonico redassero un elenco di novantacinque opere da trasferire al deposito istituito presso il convento di San Marco. Da qui la collezione venne smembrata e i dipinti di maggior pregio finirono alla Galleria dell’Accademia.
Fra Emanuele M. Cattarossi illustra
al Consiglio generalizio le fasi di recupero dei locali
In seguito alle soppressioni napoleoniche, più di un migliaio di pezzi saranno prelevati dall’Archivio e requisiti. Questi pezzi, verranno poi incamerati presso l’Archivio di Stato nell’ambito del complesso Corporazioni religiose soppresse dal governo francese costituendone il fondo 119. Nel 1932, a seguito del trasferimento della sezione storica dell’Archivio generale dal Convento di San Marcello al nuovo Collegio Sant’Alessio Falconieri, l’archivio fiorentino passa una serie di pezzi archivistici tra i più antichi e importanti per la ricerca nell’Ordine dei Servi.
Rimangono dunque presso l’archivio fiorentino una serie di pezzi dedicati più all’aspetto conventuale. Tra questi ne spiccano alcuni quali: i codici Mare Magnum (1488) e gli Acta beati Philippi (1608-1613), la ricca serie di codici corali (1287-1474), il prezioso Campione Nero (1442-1454) e i libri di doni e offerte alla SS. Annunziata (1447-1678). Bisogna inoltre aggiungere un discreto fondo librario antico e la fototeca, iniziata negli anni sessanta da una collaborazione con l’Istituto Storico dell’Ordine dei Servi di Maria.
I locali della Fototeca rinnovati...
A partire dal 1971, ad opera del p. Eugenio M. Casalini, a lungo archivista del convento, iniziano una serie di pubblicazioni sotto il nome di Biblioteca Toscana dell’Ordine dei Servi, per dieci volumi editi finora. Nel 1983, l’esperienza editoriale verrà ampliata con una serie minore denominata “Colligite”, che conta sedici volumi editi.
L'esperienza dell'Archivio della SS. Annunziata ha aperto una nuova fase di riordino e ricomposizione dei suoi locali. L'opera di "conservazione" ha visto per tutto il 2016 un intenso lavoro di sgombero e risistemazione di un stanza del locale, lasciata da tempo ad un mero uso di deposito, con la collaborazione e il supporto delle associazioni Amici della Santissima Annunziata ONLUS (per informazioni vedi qui) e Ambasciatori Mariani ONLUS (per informazioni vedi qui). Attraverso un lento e ragionato sgombero progressivo dell'interno volto a discernere la preziosità o meno degli oggetti presenti è emersa  la possibilità di "riprogrammare" il locale ad un uso conservativo delle migliori memorie inerenti il convento della SS. Annunziata. Dopo necessari lavori di dipintura delle pareti, messa in sicurezza dell'impianto elettrico e posizionamento di una nuova illuminazione si è proceduto all'allestimento della sala. In particolare in essa trovano collocazione la serie di codici corali del Convento, una ventina di lampade argentee già presso la Cappella della SS. Annunziata, alcuni ex-voto particolari, una serie di tele già in deposito presso l'Archivio, oltre ad altri oggetti di pregevole memoria per l'Ordine dei Servi di Maria. Contemporaneamente veniva rinnovata anche la sala della Fototeca Conventuale, attraverso una necessaria dipintura e messa in sicurezza dell'impianto elettrico, con un allestimento più arioso e funzionale alle esigenze di conservazione e ricerca. Per marcare opportunamente questa fase di lavoro, i locali rinnovati sono stati inaugurati e benedetti il 2 dicembre 2016 dal Priore Provinciale della Provincia Santissima Annunziata, p. Paolo M. Orlandini. Il giorno 6 dicembre, i locali sono stati presentati al Priore Generale dell'Ordine dei Servi di Maria, p. Gottfried M. Wolff e al Consiglio Generalizio, presenti in Firenze per la programmazione annuale delle loro attività. In entrambe le occasioni sono state espresse congratulazioni per il lavoro svolto e incoraggiamenti a proseguire con rinnovato slancio nell'opera intrapresa. Sollecitazioni ben accolte sperando presto di presentare nuovi risultati...

 
fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com