Capita talvolta di
trovare testimonianze dei Servi di Maria la dove … non c’erano. È il caso di
una particolare raffigurazione di San Filippo Benizi che notiamo sfogliando il calendario
Icone dei Servi di S. Maria 2014,
guarda caso al mese di Agosto.
Si tratta di una tavola di
89,5x73 cm conservata nel Museo de Arte a Ponce nell’isola di Porto Rico e
intitolata Visione di San Filippo Benizi [1].
Questa tavola venne realizzata da Josè Campeche (1751-1809), artista molto
importante in quanto fu il primo pittore portoricano ufficialmente
riconosciuto. Più particolare ancora la sua vita: creolo, lo Campeche era
figlio, insieme ad altri sette fratelli e sorelle, di uno schiavo affrancato di
origine afro-indiana, Tomas Campeche y Rivafrecha e di madre bianca, Maria
Josefa Jordan y Marques, originaria delle isole Canarie . Incoraggiato dal
padre a seguire la propria inclinazione artistica, Josè pur non lasciando mai
la sua isola ebbe la fortuna di conoscere e diventare discepolo di Luis Paret y
Alcazar, già pittore alla corte Reale di Madrid ma caduto in disgrazia presso
il re di Spagna e bandito a Porto Rico.
La produzione artistica di Josè
Campeche è composta di ritratti ufficiali quali notabili del governo dell’Isola
di Porto Rico, vescovi, uomini e donne nobili, oltre a ritratti a tema sia
secolare che religioso. All’interno di questa produzione, stimata in circa
cinque-seicento opere troviamo anche il quadro raffigurante san Filippo.
Probabilmente la Visione di San Filippo venne dipinta da Josè
Campeche dopo il 1783-1784. Per diversi critici si tratta di una delle opere
migliori dell’autore.
Osserviamo da vicino la tavola.
San Filippo viene dipinto nella parte bassa con un posizione centrale,
rivestito dell’abito dei Servi. La mano sinistra è posta sul cuore mentre la
destra indica una serie di segni ecclesiastici (una tiara papale, un galero
cardinalizio rosso, mitria e pastorale episcopali) che San Filippo pare voler
allontanare da sé.
Tra le nubi appare la Vergine Maria,
inginocchiata in alto a sinistra rispetto al Santo, pone la mano destra sul
petto e stende la sinistra verso Filippo. Lo sguardo è rivolta al gruppo della
SS. Trinità posto in alto nel quadro, interamente circondanto da nubi e figure
di angeli, come a intercedere in favore di San Filippo Benizi. Riportando
l’attenzione su Filippo notiamo che il suo
sguardo, carico di serena e intensa contemplazione, è rivolto al gruppo
della Trinità. Come possiamo notare, l’autore ha enfatizzato al massimo i segni
della dignità ecclesiastica, mentre nell’iconografia più classica di San
Filippo viene comunemente riportata solo la tiara papale.
Particolare poi è il gruppo della
SS. Trinità, non presente nell’agiografia del santo, che probabilmente Josè
Campeche introduce sull’influenza della predicazione del beato Diego Josè di
Cadice, popolare predicatore del settecento appartenente all’Ordine dei Frati
Cappuccini.
L’effetto del quadro, indica
l’aspirazione del santo alle realtà celesti simboleggiate dalla SS. Trinità.
Per questo San Filippo lascia onori e cariche da parte, e con l’intercessione
della Vergine Maria, rivolge uno sguardo carico di devozione e di preghiera
alla SS. Trinità.
Come già indicato, Josè Campeche
non si mosse mai dall’isola di Porto Rico. Di conseguenza, non ebbe mai
l’occasione di studiare altre opere riguardanti San Filippo. È possibile
tuttavia che abbia visto una rappresentazione del santo in un qualche testo
devozionale oppure da qualche altro testo popolare di natura religiosa. Di
certo, riferendoci a San Filippo non va
dimenticato che egli venne canonizzato nel 1671 insieme ad altri tre santi
(Gaetano da Thiene, Francesco Borgia e Luigi Bertran) e a una santa, Rosa da
Lima, tutti in qualche maniera legati alla storia missionaria dei secoli
XVI-XVII [2]. Non
è impossibile che immaginette, medaglie, incisioni, opuscoli sui santi e fogli
volanti distribuiti e fatti circolare in quella occasione abbiano contribuito a
promuovere la conoscenza di san Filippo Benizi fuori dal giro ristretto di
presenze dell’Ordine dei Servi di Maria in quel periodo. Di certo quest’opera
di Josè Campeche offre un traccia dell’interesse suscitato dalla figura di San
Filippo Benizi in un area dove i Servi di Maria ancora ... non c’erano.
fra
Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com
[1] Prime informazioni per
l’Ordine dei Servi di Maria su questa tavola, con due riproduzioni fotografiche
in bianco e nero, appaiono in D. M.
Charbonneau, The Vision of Saint
Philip Benizi. A painting in Puerto Rico, in Studi Storici OSM 35 (1985), pp. 261-266. Citato in O. Dias, I Servi di Maria fuori d’Europa in I Servi di Maria nel Settecento. Da fra G. F. Poggi (1702) alle
soppressioni napoleoniche (1810), (Quaderni di Monte Senario. Sussidi di
Storia e Spiritualità, 7), Edizioni Monte Senario (1986), p. 104
[2] Cfr. O. Dias, … cit. pp. 98-99
Nessun commento:
Posta un commento