Presenza Laicale dei Servi di Maria. Un rinnovato proposito per vivere la consacrazione battesimale. Lettera del priore generale fra Gottfried M. Wolff alla Famiglia dei Servi e Serve di Maria al termine del 600° anniversario della bolla Sedis Apostolicae Providentia (1424), Roma (2025), 20 pp., 16 cm.
Con
la lettera Presenza Laicale dei Servi di Maria offre una ideale chiusura
dell’anno dedicato al ricordo del Sesto centenario della concessione della
bolla Sedis Apostolicae Providentia di papa Martino V (16 marzo 1424) con
la quale veniva ufficialmente istituito il Terz’Ordine dei Servi di Maria e
concessa la Regola apposita. Scorrendone il testo, ne osserviamo alcuni
particolari.
Tutte
le ricorrenze in una certa qual misura offrono sempre la possibilità di una
riflessione su ciò che si ricorda, e il priore generale lo riconosce in particolare
per la presenza laicale nella Famiglia dei Servi definita come “preziosa e
variegata realtà” (p. 4).
L’excursus
storico che il priore generale offre, traccia alcuni preziosi riferimenti per
il cammino “laicale” della Famiglia dei Servi. Al tempo stesso, lo riconduce
all’esperienza dei Fondatori precedente alla loro scelta di consacrazione alla
vita religiosa. Riferimento importante per ricostruire un cammino di fede che
muove passi di ricerca all’interno di un contesto sociale e cittadino, laicale
eppure intriso di devozione mariana, di preghiera e di attività. Utile,
peraltro, il ricordo della possibilità di partecipazione ai beni spirituali
dell’Ordine, elemento da non dimenticare anche nell’oggi (p. 6).
La
“variegata” realtà della componente laicale della Famiglia dei Servi si può
apprezzare nella strutturazione della Regola di Vita del 1424 – che poi costituirà
in importante base per l’istituzione di vere e proprie comunità di consacrate –
da cui derivarono due percorsi diversi di interpretazione: la costituzione di
sodalizi del Terz’Ordine da un lato, il nascere di fraternità chiamate poi Societas
habitus dall’altro. Non sfugge su queste ultime la constatazione che,
chiamate a partire dal 1645 Confraternite dei Sette Dolori della beatissima
Vergine, esse ebbero gran ruolo nell’affermazione dell’interesse
dell’Ordine verso l’Addolorata (pp. 7-8).
Le
soppressioni subite dall’Ordine dei Servi tra i secoli XVIII e XIX colpirono
duramente anche la componente laicale, ma la sua ripresa costituì in qualche
maniera e misura un ponte per la formazione di congregazioni femminili di vita
attiva, talvolta guidate da giovani legate al Terz’Ordine o da sacerdoti
appartenenti al sodalizio (p. 8). In questo punto, pensiamo sarebbe stato il
caso – a titolo esemplificativo – di ricordare alcune figure presenti nel
santorale OSM quali la beata Maria Maddalena Starace (1845-1921) fondatrice
delle Compassioniste Serve di Maria e il beato Ferdinando M. Baccillieri
(1821-1893) fondatore delle suore Serve di Maria di Galeazza. L’impegno di
entrambi – come pure di altre figure parimenti importanti – infatti si svolge a
partire dalla presenza nei sodalizi del Terz’Ordine, se non già alla fondazione
degli stessi, per indicare come l’Ordine dei Servi vada a svilupparsi anche e
soprattutto attraverso un tessuto laicale e sociale da conoscere, penetrare e
comprendere.
Nell’oggi
il priore generale scrive che l’Ordine Secolare dei Servi di Maria – nome più recente offerto in
luogo dell’antico “Terz’Ordine” – “non può essere solo un movimento
devozionale, ma deve costituire una scuola di spiritualità, dove si riceve ‘il
sostegno per realizzare la speciale chiamata alla santità’ e insieme ci si
educa a ‘collaborare alla costruzione di un mondo nuovo alla luce dei valori
evangelici’” (p. 11). E viene offerto nuovamente l’esempio dei Sette Santi,
ovvero un “comportamento” di vita nel tentativo di riflettere una “realtà non
mondana, ma celeste, conforme al pensiero e alla volontà di Dio” (p. 12).
Esempio che trova nei passaggi della Regola di Vita, in particolare al
n. 13, un ulteriore eco, indicando una vita “semplice e di servizio,
tutta orientata verso Dio”.
Sul
finale della lettera si notano i principali punti di debolezza, e parimenti di lavoro
e riflessione ulteriore. Il priore generale indica alla componente laicale
della Famiglia dei Servi il tentativo di riflettere una “realtà non mondana, ma
celeste, conforme al pensiero e alla volontà di Dio” (p. 12). Impegno
importante, sul quale però, con un certo acume se riconosce la difficoltà di
questo servizio, specie nel particolare contesto sociale in cui si vive: il
priore generale sottolinea in particolare la difficoltà nella parola
“coniugare”, ossia come trasferire un impianto – a volte spesso teorico e lontano
– in una realtà concreta e vicina (p. 13). Ugualmente, una sottolineatura viene
data al pericolo dell’attivismo che porta ad una snaturazione del singolo al
punto che ci identifica “con quello che si fa, illudendosi di trovare in esso
la propria identità e il senso della vita” (p. 13).
A
questo punto entra in gioco necessariamente la stretta collaborazione e
assistenza tra componenti della Famiglia dei Servi. Di fronte alle difficoltà
dei laici Servi di Maria, diviene vitale allora l’invito alla Comunità
religiosa di aprire i propri spazi e permettere “ad altri di partecipare alla
sua liturgia, al suo lavoro, alla sua vita resa pienamente umana dall’amicizia
fraterna che la anima!” (p. 13). Questo apre senz’altro ad una riflessione mai
sufficientemente piena sulla collaborazione – non puramente di aiuto sul piano
materiale – e di interazione – non solo a scopo didattico – tra le componenti
della Famiglia dei Servi.
Altro
aspetto vitale è il riconoscimento per il priore generale che “i laici portano
la conoscenza diretta della realtà in cui vivono; così i religiosi sono aiutati
a non essere estranei alle situazioni concrete, talora molto faticose della
vita; comprendono meglio e partecipano all’insicurezza di quanti non riescono a
soddisfare le esigenze del vivere quotidiano; ridimensionano l’importanza,
spesso eccessiva, che si attribuisce a questioni della vita comune; rendono
vera la liturgia, inserendovi il contenuto concreto delle attese e delle
speranze dell’umanità; giungono finalmente a capire meglio il senso della
Scrittura, letta e meditata ogni giorno” (p. 14). Questo passaggio appare
leggibile sia dal lato della componente laicale che da quella religiosa
dell’Ordine dei Servi di Maria. E al tempo stesso, ci permettiamo di indicare
come questo costituisca una delle fratture principali – basata
sull’incomprensione – tra componenti della Famiglia dei Servi.
Infatti,
se da un lato, il mondo e la società attuale tende a creare affanno,
disorientamento, attivismo senza posa, ricerca di risultato e prestigio, rumore
e stordimento sensoriale, dall’altro le comunità religiose rischiano talvolta
di rimanere al confine della porta conventuale, mutuando in maniera inefficace
un messaggio all’umanità intera nella ripetizione di dinamiche approvate per
consuetudine. Emergono inoltre, difficoltà tra le parti dovute non alla volontà
di un cammino comune, ma in una ricerca di sopravanzamento continuo. Di
conseguenza, emerge con maggiore necessità la ricerca di un piano di equilibrio
e di confronto su un piano coerente.
Chiude
la lettera un ringraziamento al Signore e alla Nostra Signora per la fecondità
e la varietà della presenza laicale dell’Ordine dei Servi e una preghiera per
la sua continuità (p. 15). Una lettera quindi da leggere e su cui offrire
alcune riflessioni, anche più a lungo nel tempo.
La
lettera è stata diramata alla Famiglia dei Servi anche in formato pdf, in
traduzione plurilingue (Italiano, Francese, Inglese, Spagnolo, Portoghese).
In
chiusura, qualche piccolo appunto di stile e di prodotto: pregevole il formato –
di facile portatilità – e la pubblicazione; semmai forse troppo piccolo il
carattere per la lettura; la foto interna della bolla Sedis Apostolicae
Providentiae si perde del tutto nella scala di grigi, mentre risalta meglio
nella quarta di copertina; qualche eventuale immagine avrebbe impreziosito di
più il testo, come una breve frase o rimando si sarebbe potuto utilizzare sulle
alette di copertina. Nel complesso però una piccola pubblicazione di pregio, tanto
più necessaria a completamento di una ricorrenza importante della Famiglia dei
Servi.
fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com