L'Ordine
dei Servi di Maria celebra quest'anno il suo 214° Capitolo Generale nei giorni
dal 7 al 27 ottobre a Ariccia.
Il
Capitolo generale rappresenta, insieme alla figura del Priore generale e dei
conventi delle origini di Monte Senario e della Santissima Annunziata, una
delle istituzioni di riferimento più antiche e citate. Vale dunque la pena di
indicare un breve excursus storico oltre ad una breve riflessione sul nostro
tempo.
Le basi di un
istituzione
La
tradizione storiografica dei Servi indica una serie di "Capitoli
Generali" alle origini[1].
Appare però difficile attestare queste riunioni in quanto spesso possono
trattarsi più di ritrovi di frati che vere e proprie assemblee plenarie.
Secondo
una ricostruzione offerta da Davide Montagna, si può indicare il primo capitolo
generale ufficiale con il capitolo del 1256 a Firenze, momento in cui avviene
il passaggio di consegne da fra Bonfiglio, primo priore generale, e fra
Bonagiunta, suo successore[2].
Per
certo l'istituto del Capitolo Generale è consentito a partire dalla bolla Inducunt Nos di papa Urbano IV del 25
luglio 1263. Bolla interessante e degna di maggiore considerazione in quanto
indica la possibilità per l'Ordine di svolgere capitolo generale e di eleggervi
in esso il proprio priore generale[3].
Non a caso il testo della Bolla Dum
Levamus di papa Benedetto XI di approvazione definitiva dell'Ordine,
concessa l’11 febbraio 1304, ricorda appunto questo testo insieme ad altri due[4]. La
stessa Legenda de Origine nei punti 58 e 59 pone particolare enfasi su
quest’avvenimento, riassumendo e sottolineando una serie di caratteristiche
dell’Ordine al momento.
La
celebrazione del Capitolo generale risulta inizialmente annuale. Le Constitutiones
Antiquae al capitolo XXV danno indicazioni importanti per la celebrazione del
Capitolo Generale[5]:
-
data di celebrazione;
-
partecipanti;
-
elezioni e decisioni da prendere.
Lo
svolgimento dei capitoli diviene luogo privilegiato d’incontro per i frati
oltre che di produzione di nuovi Decreti capitolari che strutturano
progressivamente l’Ordine dei Servi. In particolare, sarà il capitolo di Parma
del 1353 ad introdurre particolari disposizioni per l’Ordine, rappresentando
uno dei tanti momenti di transizione dall’epoca delle origini a quella dello
sviluppo dell’Ordine.
La
data inizialmente rimane a lungo fissa al 1° maggio, con alcune eccezioni. Nel
passare del tempo di verificherà una variazione notevole dei tempi della
celebrazione del capitolo.
Aggiornamenti e
momenti salienti
La
prima modifica sostanziale alla pratica del Capitolo Generale appare nel 1346
con la Bolla Regimini Universalis
Ecclesiae di papa Clemente VI, data il 23 marzo del detto anno[6].
Con questa bolla il periodo di celebrazione del capitolo generale passa da
annuale a triennale. Parimenti si danno disposizioni per il priore generale
tenuto a rimettere nel corso del capitolo generale il proprio mandato, salvo
poi essere riconfermato nell’incarico.
Nella
seconda parte del Trecento, la celebrazione del Capitolo Generale patirà
l'intervento dei pontefici circa l'elezione dei priori generali. Tale pratica caratterizza
l’Ordine per un trentennio dal 1344 al 1374, e non mancherà di rimanifestarsi
in altri momenti.
Nel
quattrocento, la nascita della Congregazione dell'Osservanza inserisce
all'interno del Capitolo Generale la presenza del vicario dell'Osservanza.
Parimenti ai capitoli della Congregazione avrebbe dovuto partecipare il priore
generale. Pratica quest'ultima non sempre gradita ai frati osservanti. La
questione raggiungerà il culmine con il capitolo della Congregazione del 11-12
aprile 1486 da celebrarsi in Brescia. Momento particolare in cui l’opposizione
dei frati Osservanti alla presenza in capitolo del priore generale Antonio
Alabanti porterà ad una clamorosa chiusura delle porte della città di Brescia
davanti a quest’ultimo[7].
La situazione verrà risolta nel tempo con una delicata mediazione, ma è sintomo
del manifestarsi di tensioni nel periodo indicato.
Il
finire del Quattrocento è anche il momento dei capitoli generali di maggiore
sfarzo e magnificenza. A Vetralla dal 21 al 29 maggio 1485, si contano
quattrocento partecipanti, 129 vocali dell’Ordine, 90 dell’Osservanza[8]. A
Bologna dal 25 al 31 maggio 1488 si giunge a partecipazioni larghissimi, tra i
novecento e i mille partecipanti[9].
I
capitoli generali che si svolgono nel Cinquecento si caratterizzano a più
riprese per le decisioni il rinnovo delle costituzioni. Dal capitolo di Budrio del 1546 fino a quello
di Cesena del 1570 almeno quattro testi costituzionali passano attraverso
l’esame dei frati riuniti in capitolo.
Di
questo periodo va ricordato il capitolo di Cesena del 1570, svoltosi nei giorni
dal 13 al 16 maggio, dove si ricompone, attraverso un intervento deciso della
Santa Sede, l'unità fra Ordine e Congregazione dell'Osservanza[10].
Se tuttavia le modalità appaiono forti, la comunicazione del decreto di Pio V
del 5 maggio avvenne al termine del capitolo tra la sorpresa dei frati
osservanti, occorre notare che l'intervento di papa Pio V si pone in linea con
un preciso intento di riforma e ristrutturazione degli ordini religiosi.
A
partire dal Seicento, la celebrazione del capitolo generale subisce una nuova
modificazione passando da triennale a sessennale, insieme alla durata del
mandato del priore generale. Il Seicento è anche il secolo in cui sono maggiori
le nomine pontificie di priori generali. Si noterà così che nelle liste dei
capitoli generali diversi appaiono omessi e sostituiti con "Diete"
generali. Se può stupire la sensibilità odierna[11],
tale situazione appare però un riflesso della cultura verticista del tempo.
Con
la rivoluzione francese e l'impero napoleonico i capitoli subiscono una battuta
d'arresto in quanto difficili da celebrare. Mentre gli eventi della Rivoluzione
francese infuriano si riuscì a celebrare ancora il capitolo 1792, ma già quello
del 1798 viene omesso. Il capitolo del 1804 a Firenze risulta l’ultimo prima di
una lunga pausa fino al 1823. La celebrazione riprende quindi regolarmente salvo
ricevere nuove interruzioni durante gli eventi risorgimentali, in particolare
nel periodo 1865-1883. Occorre notare come fino a questo momento, i capitoli
vengono celebrati nella penisola italiana e solo la presenza di vari stati in
essa indica una certa varietà. I due conflitti mondiali del XX secolo causano
anche un interruzione del capitolo generale.
In tempi più
recenti
Nel
1965, il Capitolo generale di Firenze offre un sostanziale punto di inizio
all'Ordine dei Servi nella sua strutturazione attuale. In esso, svoltosi tra il
5 e il 23 giugno 1965, poco prima dunque della fine del Concilio Vaticano II
viene decisa il rinnovo del testo delle Costituzioni. Inizia da qui un percorso
che vedrà in un ventennio circa la celebrazione di Capitoli
"straordinari" per la discussione e la redazione di nuovi testi. Già
nel 1968 il Capitolo Generale esce per la prima volta dall'Italia per essere
celebrato in Spagna a Majadahonda presso Madrid, dal 15 ottobre al 12 dicembre,
dove si approverà un primo testo sperimentale delle nuove costituzioni.
Seguiranno poi i capitoli del 1971 a Opatija, nell’allora Jugoslavia e oggi
Croazia, del 1974 a Roma, del 1977 a
Barcellona e del 1983 a Roma in un continuo di approfondimenti.
Il
testo delle Costituzioni del 1987 fissano anche l'impianto del Capitolo
Generale, dove si prevede ormai l'elezione del priore Generale, dei quattro
consiglieri, del segretario e del procuratore generale.
Da
notare come dal 1983 a oggi, escono in corrispondenza del capitolo generale tre
documenti mariani a opera del Marianum: Ecco
tua Madre (1983); Servi del
Magnificat (1995); Avvenga per me
secondo la tua Parola (2013).
La
documentazione del Capitolo del 1989 appare interessante nell'ambito di una
ristrutturazione dell'Ordine: premessa interessante per un rinnovamento delle
strutture che però viene superata, al netto delle decisioni successive, sia
nelle direttrici di diffusione dell’Ordine dei Servi che dall’incalzare del
movimento di globalizzazione. Di grande importanza è il 1995, quando il Capitolo
Generale varcare l'oceano per essere celebrato a Città del Messico, segnando
con l'erezione della provincia Messicana un interessante cambio di direzione
dell'Ordine. Diminuendo la presenza italiana, per età e vocazioni, e aumentando
la consistenza di nuova realtà, l'Ordine assume una realtà più mondiale con
relative necessità di maggiore inculturazione.
Next stop: 214°
Ariccia
Proprio
sull'inculturalità, e di riflesso sul superamento delle tematiche di
imperialismo culturale e sulle difficoltà d’ibridazione culturale[12], si
gioca uno dei temi di maggiore interesse di questo 214° Capitolo Generale dell’Ordine
dei Servi di Maria. Tema che può offrire ricchezza di valutazioni, ma anche
banalità di stereotipi e di proposte.
Non
si può negare ormai come il mondo sia profondamente cambiato dalla conoscenza
che se ne poteva avere fino a venti o trent’anni fa[13].
Inoltre è necessario notare come nella riflessione sull’attualità il termine
cronologico vada spostato dal 1989-1991, ossia dal crollo del muro di Berlino e
dalla dissoluzione dell’URSS con conseguente scomparsa del comunismo, agli
eventi del 2001 e 2007, ossia al Crollo delle Torri Gemelle e alla crisi
finanziaria di inizio secolo. Le tematiche mainstream
mondiali sono ormai spostate dal tema della contrapposizione ideologica tra
Occidente-Oriente o Democrazia-Comunismo. Gli eventi del 2001 offrono
l’emergere di forti frizioni fra globalizzazione mondiali e insorgere di
particolarismi regionali uniti a involuzioni culturali[14].
Gli eventi del 2008 indicano non soltanto i pericolosi ondeggiamenti del
mercato attuale ma anche pratiche di shock-economy o shock-politics che disorientano sempre più la società lasciandola
spesso preda dei migliori demagoghi del nostro tempo[15].
Nel
suo piccolo e sulla base della sua pluricentenaria esperienza l’Ordine dei
Servi di Maria è chiamato a osservare più da vicino queste “nuovi croci” e
offrire una sua proposta a quanti ci incontrano.
Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com
[1] Si veda la lista di A.M. Rossi, Manuale di Storia dell’Ordine
dei Servi di Maria, Roma 1956, pp. 774-778 e D. M. Montagna, Liber capitulorum generalium O.S.M.
Secoli XIII-XIX (1249/1256-1804),
con un appendice per gli anni 1823-1989 in Studi Storici
OSM 39 (1989), pp. 23-154.
[3] Analisi ed Edizione in F. A. Dal Pino, I Frati Servi di s. Maria dalle
origini all’approvazione (1233ca-1304), Lovanio 1972, I, p. 925; II, pp.
27-29; regesto in Fonti Storico-Spirituali dei Servi di S. Maria, vol.
I, Vicenza 1998, pp. 33-34 (n. 18).
[4] Analisi ed Edizione in Dal Pino, I Frati Servi di s. Maria, I, pp. 1291-1295;
II, pp. 131-136; regesto in Fonti Storico-Spirituali, I, p. 64 (n. 60).
[8] Regesto e indicazioni
bibliografiche in Fonti Storico-Spirituali, II, pp. 297-298 (n. 633). Cfr. Montagna, Liber capitulorum generalium, p. 93.
[9] Regesto e indicazioni
bibliografiche in Fonti Storico-Spirituali, II, pp. 312-313 (n. 668). Cfr. Montagna, Liber capitulorum generalium, p. 94.
[10] Regesto e indicazioni
bibliografiche in Fonti Storico-Spirituali, III, pp. 380-381 (nn. 908-909). Cfr. Montagna, Liber capitulorum generalium, pp. 119-120.
[11] Montagna indica come
“immotivati” gli interventi della Santa Sede, cfr. Ibidem, p. 135.
[12] Sul tema si rimanda in
particolare a E. A. Schultz – R. H.
Levada, Antropologia Culturale,
Bologna 2015, pp. 396-401.
[13] Si rimanda in merito a S. P. Huntington, Lo scontro delle Civiltà e il nuovo ordine mondiale, Milano 2012,
pp. 14-15
[14] E.
J. Hobsbawm, La fine dello Stato,
Milano 2007, pp. 31. 80-81.
[15] Si rimanda alla considerazioni
su economia e politica espressa da N.
Klein, Shock economy. L'ascesa
del capitalismo dei disastri, Milano, 2007
e Shock
politics. L'incubo Trump e il futuro della democrazia, Milano 2017.