La presenza
ultracentenaria della Santissima Annunziata nel tessuto sociale fiorentino
riveste un’importanza particolare non soltanto dal punto di vista del culto, in
quanto santuario mariano, ma anche dal punto di vista culturale. Ossia chiesa e
convento richiamano un’attenzione particolare sulle vicende che le interessano.
Attenzione che poi s’esprime in diverse pubblicazioni a stampa.
“I Boti della SS. Annunziata in Firenze. Curiosità storica” di Guido
Mazzoni (1859-1943) può indicare facilmente questa tendenza. Questo libretto di
45 pagine, 18,5 cm d’altezza, edito nel 1923 in Firenze presso Le Monnier
costituisce un curioso excursus sui
voti o meglio i “boti” della Santissima Annunziata.
L’autore, Guido Mazzoni, fu insegnante
e letterario, patriota, senatore del Regno d’Italia. Lo scritto nasce da un’occasione
particolare, le nozze di Pier Liberale Rambaldi con Lucy Bertolini, celebrate
in Firenze il 22 maggio 1923. «Paginette…» scrive il Mazzoni al Rambaldi, una
sorta di passeggiata «… in cerca di reliquie storiche e di bellezze artistiche»
(p. 9)
Leggendo con attenzione il testo
non si potrà non avere la sensazione di una redazione a modo di divertissement. Certo l’autore fin dalle
prime pagine chiarisce il suo pensiero sui voti come offerta «… in segno di
gratitudine a qualche potenza superiore cui venga attribuita una miracolosa
virtù risanatrice…» (p. 17). Nel testo non si rintraccia mai l’aspetto dell’offerta
o della gratitudine al Signore o alla Beata Vergine Annunziata.
L’attenzione è invece puntata sul
voto come “forma di raffigurazione” e più specificamente all’immagine di cera
che il Mazzoni sottolinea dirsi “boto” nella Firenze del tempo. Ne deriva
allora un particolare affresco di memorie sulle offerte di cera presso la
Santissima Annunziata indicata dal Mazzoni come centro principale delle offerte
in cera della città. Tale attenzione si realizza secondo il Mazzoni nei secoli
XV-XVI, anche se una ricerca più attenta sui registri amministrativi della
Santissima Annunziata anticipa già al secolo XIV una non indifferente quantità
di voti offerti alla Madonna.
Tuttavia emergono dalla
narrazione episodi curiosi, come la distruzione dei voti di cera di Leone X,
del duca Giuliano e di Lorenzo il Magnifico durante l’assedio di Firenze del
1530; oppure la descrizione del soffitto e delle pareti della chiesa riempite
di voti di cera e di cartone al punto di scorgerne appena i muri; o ancora lo
spettacolo di via dei Servi piena di botteghe di vendita di Voti, la cui vista
costringeva un artista affermato come il Cigoli (1559-1613) a cambiare strada
per recarsi alla Santissima Annunziata. Il Mazzoni indica come concluso questo
periodo con il rifacimento della chiesa nel periodo 1664-1669, in particolare
del soffitto in oro, suggerendo un decadimento della pratica e della rovina dei
voti stessi al punto da non rintracciarne più memorie se non nei ricordi
documentari. Affermazione parzialmente smentita dal recupero dei miracoli più significativi
attraverso l’importante ciclo di tele di memoria ex-voto, realizzate tra i
secoli XVII e XVIII, ancor oggi conservati nel Convento.
Il libretto del Mazzoni
costituisce un punto importante di raccolta di informazioni e di aneddoti documentari
sui “boti” della SS. Annunziata, peraltro rintracciabili attraverso il curato
apparato di note finali. Una lettura e una prospettiva particolare su un
argomento che però non può disgiungersi dalla prospettiva della preghiera e del
ringraziamento a Dio.
fra Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com