"La Resurrezione" restuarata |
Il giorno 24 febbraio
2016, presso la Cappella dei Pittori della Santissima Annunziata di Firenze, è
stato presentato il restauro del dipinto “La
Resurrezione” (1598) di Domenico Cresti detto “il Passignano” (1559-1638).
Tale intervento s’inquadra nell’ambito dei lavori di recupero e restauro della
Cappella della Madonna del Soccorso, altrimenti conosciuta come “del
Giambologna”, promossi a cura degli Amici
della Santissima Annunziata ONLUS Firenze.
Il recupero
dell’opera del Passignano si è resa possibile a seguito della segnalazione
della Basilica della Santissima all’interno della sesta edizione de “I Luoghi
del Cuore” (2012), il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa
Sanpaolo. Le quasi tremila firme raccolte hanno costituito un importante risultato,
reso possibile anche grazie all’impegno della Delegazione FAI di Firenze e dei
suoi volontari, che ha permesso al bene, particolarmente caro ai cittadini, di
accedere alle Linee Guida per la Definizione degli Interventi 2013 lanciate dalla
Fondazione in collaborazione con il MiBACT – Ministero dei beni e delle
attività culturali e del turismo. Conseguentemente l’associazione Amici della Santissima Annunziata ONLUS
ha così potuto presentare una richiesta di intervento a favore del dipinto del
Passignano, beneficiando così di un importante contributo stanziato dal FAI e
da Intesa Sanpaolo.
Il restauro è stato realizzato dalla ditta Lo
Studiolo snc per il Consorzio C.E.R., sotto l’Alta Sorveglianza e Direzione
scientifica al restauro della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le
province di Firenze, Prato, Pistoia e sotto la Direzione tecnica del Comune di
Firenze, che ha in gestione l’intero complesso, attraverso il Servizio Belle
Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio, Chiese e Conventi.
Un momento della presentazione del Restuaro |
Trasferito
inizialmente dalla sua collocazione originaria, lato destro della Cappella
della Madonna del Soccorso, il dipinto è stato posto in un locale del Convento
della SS. Annunziata adibito a laboratorio. Una mirata campagna diagnostica ha
potuto definire la tecnica esecutiva del dipinto, valutare le problematiche conservative
dell’opera e definire le metodologie d’intervento. Il restauro, articolato tra pulitura,
consolidamento strutturale della tela, adesione della pellicola pittorica e integrazione
delle lacune, ha permesso con una calibrata verniciatura finale il recupero
della piena leggibilità dell’opera.
Alla
presentazione, aperta da un filmato del FAI sul restauro dell’opera, hanno
fatto seguito gli interventi di p. Sergio M. Ziliani, priore provinciale della
Provincia SS. Annunziata OSM e presidente dell’Associazione Amici della Santissima Annunziata ONLUS; Tommaso Sacchi, Capo segreteria
assessorato alla Cultura del Comune di Firenze; Alessandro Mariano,
Soprintendente BEAP per le province di Firenze-Prato-Pistoia; Sibilla della
Gherardesca, presidente regionale FAI Toscana; Giudo De Vecchi, Vice Direttore
Generale di Banca CR Firenze, Gruppo Intesa Sanpaolo; Ilaria Ciseri, Funzionario
di zona Soprintendenza BEAP province di Firenze-Prato-Pistoia.
Intervento del p. Sergio M. Ziliani |
In particolare, l’ottima
riuscita del restauro ha provocato in tutti gli interventi positivi
apprezzamenti: «Ammirando il dipinto dopo il lungo restauro reso possibile
grazie al contributo “I Luoghi del Cuore” mi sono rallegrata – commenta Sibilla della
Gherardesca, Presidente Regionale FAI Toscana - Ho avvertito un
moto di grande emozione nel vedere di nuovo risplendere i bellissimi colori che
erano stati mortificati per secoli dall’alone di nerofumo delle candele e
nell’ammirare tutti i particolari che prima erano impossibili da
notare. Un tesoro prezioso per i fiorentini, che è potuto rinascere grazie
al progetto del FAI e all’amore dei cittadini e che, finalmente disvelato,
riserverà meravigliose e appaganti sorprese». Apprezzamento condiviso e
rilanciato da Guido De Vecchi, vice Direttore Generale di Banca CR Firenze (Gruppo
Intesa Sanpaolo) «La collaborazione con il FAI vede dal 2004 l’attivo sostegno
del gruppo Intesa Sanpaolo nel promuovere il recupero dei luoghi che i
cittadini hanno più a cuore - ha spiegato Guido de Vecchi, Vice Direttore Generale di
Banca CR Firenze (gruppo Intesa Sanpaolo) - Con “La Resurrezione” continua anche quest’anno la restituzione, a
Firenze e ai fiorentini, di un’opera d’arte legata alla storia della città.
Siamo davvero orgogliosi di aver potuto contribuire al restauro di un tale
capolavoro, finalmente rinato».
Un vivo
ringraziamento per la collaborazione a più livelli che ha permesso l’ottimo
riuscita del restauro e insieme la speranza di continuare un cammino così felicemente
intrapreso è stato espresso da p. Sergio M. Ziliani, presidente degli Amici
della Santissima Annunziata ONLUS: «La Santissima Annunziata di Firenze è il
cuore della città e rappresenta un centro importante per le tante persone che
qui passano per pregare o anche solo per ammirarne la bellezza – sottolinea Padre
Sergio Ziliani, Presidente degli Amici della Santissima Annunziata Onlus - Siamo
onorati di avere avuto al nostro fianco il Fondo Ambiente Italiano e Intesa
Sanpaolo nella campagna di restauro della Cappella del Giambologna e ci
auguriamo che questo possa essere l’inizio di un bel cammino insieme.
Ringraziamo i tanti volontari della Delegazione FAI di Firenze che con la loro
tenacia hanno raccolto le firme, permettendoci di partecipare con il progetto di
restauro del dipinto del Passignano al bando per l’assegnazione dei contributi
“I Luoghi del Cuore”».
Merita ampliare il discorso sul restauro de “La Risurrezione”
eseguito dalla ditta Lo Studiolo snc. Eseguito probabilmente tra 1595 e 1598 il
dipinto rappresenta un tipico esempio delle influenze del “cromatismo veneto”
che il Passignano espresse nella sua vasta produzione, frutto
dell’apprendimento stilistico avvenuto durante il suo soggiorno veneto fra il
1582 e il 1589 insieme allo Zuccari, suo maestro.
La prima operazione di restauro è stata quella di
consolidare la tela, per garantirne ancora la funzione di supporto al colore
originale, escludendo quindi l’adesione di una seconda tela di rinforzo sul
retro del dipinto. Quest'operazione si è svolta con l’ausilio della tecnica del
sottovuoto: dopo aver collocato la tela in un apposito sacco chiuso in nylon ed
eseguita l’aspirazione dell’aria, il consolidante precedentemente applicato dal
retro del dipinto è potuto penetrare attraverso il tessuto, consolidandone la
trama. Con questa fase sono state eliminate le ondulazioni e le deformazioni
del dipinto, riportando la tela a una buona planarità. I numerosi fori
perimetrali e una bruciatura di candela, presenti sulla tela, sono stati
risanati inserendo delle toppe di tela antica, incollandone i profili al
tessuto originale con l’ausilio di lenti d’ingrandimento e una colla specifica
reversibile.
Dopo il recupero
dell’integrità strutturale del dipinto, ottenuto con il restauro conservativo,
e dopo averlo dotato di nuovi margini perimetrali realizzati con tela nuova,
incollata con collante sintetico reversibile per consentirne il tensionamento,
il dipinto è stato rimontato su un nuovo telaio in legno a espansione. Con
l’esecuzione dei test di solubilità si sono scelti i solventi appropriati per
rimuovere le sostanze improprie depositate sul colore originale. Con la
pulitura della superficie dipinta ha avuto inizio il restauro estetico: sono
state rimosse la polvere, il forte deposito di nerofumo dovuto alle candele
accese in passato vicino all’opera; inoltre sono state rimosse le vernici e le
patine fortemente ingiallite, dovute a vecchi consolidamenti del colore, che
alteravano la visione della raffigurazione e dei colori del dipinto.
Particolari di notevole importanza sono emersi
tramite indagini diagnostiche non invasive (riflettografia falso colore e
bianco-nero, riprese ultravioletti e radiografia). In questa fase venivano individuati
sulla superficie dipinta alcuni brani di pittura (due teste di cherubini ai
lati del Cristo e una stesura grigio-azzurra sullo sfondo in alto a destra),
eseguiti forse alla fine dell’Ottocento, differenti dalla tecnica pittorica
originale: evidentemente quelle aggiunte dovevano mascherare i pentimenti
leggibili sullo sfondo. Le indagini hanno dunque rivelato tutti i ripensamenti
dell’autore che già parzialmente s’intravedevano durante la pulitura, oltre a
fornire indicazioni sulla natura della tecnica pittorica originale.
Terminata la pulitura, si è provveduto alla
stuccatura delle lacune di colore, quindi levigati gli eccessi, le stuccature
sono state integrate cromaticamente con basi tonali a tempera e dopo la verniciatura
a pennello a più riprese per uniformare e migliorare l’intensità tonale dei
colori originali, il ritocco pittorico è stato condotto con colori a vernice.
Con quest’ultimo intervento oltre al recupero delle lacune, sono state
recuperate aree di svelatura e consunzione del colore originale in modo da
“ritessere” la superficie dipinta e contribuire alla completa lettura
dell’opera. Il restauro è terminato con una nebulizzazione di vernice
trasparente funzionale a uniformare le integrazioni cromatiche e alcuni
assorbimenti, e “ammorbidire” la brillantezza finale del dipinto senza
ostacolare la perfetta visione dei colori.
Il restauro ha così potuto svelare un bell’esempio di
pittura fiorentina di fine cinquecento, dove la definizione più pertinente di
“colorismo veneto unito al disegno toscano”, trova la sua cifra espressiva più
adatta per capire lo stile del Passignano. Il disegno toscano d’impostazione
manierista si coglie in tutte le figure principali: nel corpo apparentemente
lieve del Cristo proiettato nel cielo, nei due angeli ai lati, nel dinamismo e
nella plasticità delle figure dei soldati in primo piano. La pulitura ha fatto
emergere a pieno la forza rappresentativa di una scena drammatica, quasi
cruenta, che si consuma ai piedi del Cristo Risorto. L’intensità del colore è
da subito espressa dalla forza dei rossi, dei gialli, dei verdi, che si
distillano da un fondo scuro, quasi monocromo. Questi elementi dello stile del
Passignano poi, si fondono nella tecnica utilizzata per la stesura del colore,
caratterizzata da pennellate corpose, spezzate, ma anche da intrecci sfumati
che dissimulano la linea dei contorni.
Il recupero della lettura dell’opera, a seguito della
pulitura ha fatto emergere una novità inaspettata: sono apparsi numerosi ripensamenti,
cambi d’impostazione figurativa; sotto le patine e le vernici offuscate nessuno
avrebbe mai immaginato, questa apparente incertezza. Sotto le campiture più
chiare, sullo sfondo del cielo, appaiono in trasparenza altri angeli e
cherubini. Il Cristo in una prima idea avrebbe dovuto essere più simmetrico,
con il braccio destro sollevato come il sinistro, e le due gambe appaiate in
avanti; la figura avrebbe dovuto fermarsi, librata nel cielo. Durante il lavoro
è emersa chiara l’idea finale: Cristo proiettato verso l’alto, quasi a volersi
stagliare fuori dal dipinto; cosi in tutta la scena raffigurata: da un punto
ideale del quadro, i movimenti delle figure appaiono dilatarsi, dal centro
verso l’esterno, dal fondo scuro della tela, alla luce viva dei colori.
Alcuni link
utili in merito:
- Sulla
Santissima Annunziata di Firenze: www.annunziatafirenze.it
e https://www.facebook.com/Santissima-Annunziata-di-Firenze-455528324576566/?fref=ts
- Circa gli
Amici della Santissima Annunziata ONLUS si veda https://www.facebook.com/Amici-della-Santissima-Annunziata-Onlus-676265359069754/
- Circa Lo
Studiolo snc si veda https://www.facebook.com/pages/Lo-Studiolo-snc_-Laboratorio-di-restauro/319488711405580?ref=hl
.
- Circa il
progetto “I Luoghi del Cuore”: http://iluoghidelcuore.it/
Elisa
Bonini
info@sillabarte.it
fra
Emanuele M. Cattarossi
albatrosm2013@gmail.com